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Attacco dell’Iran a Israele: la ritorsione di Netanyahu bloccata da Biden: “Teheran pagherà il prezzo al momento giusto”

Israeli Iron Dome air defense system launches to intercept missiles fired from Iran, in central Israel, Sunday, April 14, 2024. Iran launched its first direct military attack against Israel on Saturday. The Israeli military says Iran fired more than 100 bomb-carrying drones toward Israel. Hours later, Iran announced it had also launched much more destructive ballistic missiles. (AP Photo/Tomer Neuberg)

Israeli Iron Dome air defense system launches to intercept missiles fired from Iran, in central Israel, Sunday, April 14, 2024. Iran launched its first direct military attack against Israel on Saturday. The Israeli military says Iran fired more than 100 bomb-carrying drones toward Israel. Hours later, Iran announced it had also launched much more destructive ballistic missiles. (AP Photo/Tomer Neuberg)

Secondo quanto riporta il New York Times il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe annullato un attacco di ritorsione immediato dopo quello subito la notte scorsa dall’Iran. A influire la telefonata con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden: gli USA restano vicini a Israele, hanno sostenuto lo Stato Ebraico nel sistema di difesa, ma non vogliono un’ulteriore escalation. “Hai vinto, accontentati”, le parole che Biden avrebbe riferito al premier israeliano. Il 99% dei droni e dei missili iraniani sono stati intercettati, la maggior parte prima dell’ingresso sul territorio israeliano, i danni sono stati minimi. La vita a Tel Aviv intanto sta tornando alla normalità e anche il traffico aereo verso il Medio Oriente sta tornando alla normalità.

Diversi membri del gabinetto di guerra avrebbero chiesto a Netanyahu di rispondere subito. “La grande questione è quale sia la comprensione dell’Iran della situazione. Colpiranno di nuovo? Continueranno ad attivare le loro milizie con missili e droni? Perché se lo faranno non sono sicuro che solo misure difensive saranno sufficienti per esser certi che Teheran non pianifichi ancora i suoi attacchi contro Israele”, ha detto l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar. Restano in vigore fino a domani in Israele le linee guida di difesa approntate dal Comando del Fronte Interno. Le linee includono, fino alle 23:00 locali di domani, il divieto di ogni attività educativa legata a scuole, asili nido e università – pubblici e privati – che sono chiuse. Per i raduni all’aperto si potrà stare al massimo in 1000 persone.

“Costruiremo una coalizione regionale contro la minaccia dell’Iran ed esigeremo un prezzo nel modo e nel momento che ci conviene. Esigeremo il prezzo dall’Iran nel modo e nei tempi giusti per noi”, ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz. “L’incidente non è finito, l’alleanza strategica e il sistema di cooperazione regionale che abbiamo costruito devono essere rafforzati”. Poi ha sottolineato che Israele non ha ancora portato a termine “i suoi compiti: il ritorno delle persone rapite e l’eliminazione delle minacce per gli abitanti del nord e del sud”. Il ministero degli Esteri israeliano ha chiesto nuove sanzioni a Teheran dopo gli attacchi di ieri sera. “Questo attacco dimostra ciò che Israele afferma da anni: l’Iran è il maggiore responsabile degli attacchi terroristici nella regione ed è anche la più grande minaccia alla stabilità regionale e all’ordine mondiale”.

A chiedere una risposta dura sarebbero i cosiddetti “falchi” del governo di Netanyahu: il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, a capo del partito del Sionismo religioso, e il ministro della Sicurezza nazionale, Ben Gvir, leader del partito del Potere ebraico. Per Smotrich la ci vuole una risposta “che risuoni in tutto il Medio Oriente”, per Gvir “non deve essere debole”. Anche secondo un funzionario israeliano citato dalla CNN Israele risponderà, “ma non ha ancora deciso in quale misura”.

“Questa è come una vera guerra, è una dichiarazione di guerra”, ha detto il Presidente israeliano Isaac Herzog a Sky News. “Conosciamo le ripercussioni e abbiamo deliberazioni coi partner, valutiamo tutte le opzioni e sono fiducioso che faremo i passi necessari per proteggere il nostro popolo. Non cerchiamo la guerra. L’ultima cosa che Israele cerca in questa regione fin dalla sua creazione è la guerra, noi cerchiamo la pace. Purtroppo tutto è iniziato il 7 ottobre, quando un altro alleato dell’Iran, Hamas, ha condotto un massacro incredibilmente brutale contro i cittadini israeliani e il resto è storia. Naturalmente ascoltiamo sempre i nostri partner, rivediamo sempre tutte le nostre opzioni e faremo tutto il necessario per proteggere e difendere il nostro popolo”.

“Non cerchiamo una guerra con l’Iran. Non cerchiamo un’escalation delle tensioni nella regione”, ha ribadito ancora una volta il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby ma le Guardie della Rivoluzione iraniane insistono: parlano di “un nuovo capitolo nel confronto” e che ” in poi attaccherà qualsiasi luogo che verrà utilizzato da Israele per attaccare i nostri interessi”.