Spunta la mail segreta
A Cutro fu strage di Stato: colpevoli la destra e il governo Draghi
Devono rispondere i politici che sono responsabili di quella disposizione, e anche i ministri dell’epoca della strage, che non si accorsero che la Guardia Costiera era bloccata da una direttiva demenziale. O che se ne accorsero e fecero finta che le cose andavano bene così.
Editoriali - di Piero Sansonetti
C’è una mail, scovata dalla redazione de ”Il Cavallo e La Torre” – la trasmissione di Marco Damilano sulla Rai – che impone alla Guardia Costiera di limitare al minimo gli interventi di salvataggio in mare dei naufraghi.
In questo ordine di servizio, che viola il diritto internazionali e anche il codice penale italiano, si stabilisce che ad intervenire nelle situazioni critiche deve essere la Guardia di Finanza, che ha compiti di polizia, di respingimento e di cattura, e che non ha i mezzi per salvataggi impegnativi.
È stato sulla base di questa mail, firmata da un capitano di vascello – il quale spiega di aver preparato il documento sulla base di indicazioni politiche – che si è impedito alla guardia costiera di intervenire, il 26 febbraio dell’anno scorso, in occasione del naufragio di Cutro. La Guardia costiera avrebbe potuto agevolmente impedire il naufragio.
Ne aveva i mezzi e le capacità. Non le fu permesso di uscire in mare. Uscirono due motovedette della Finanza che fecero quasi subito rientro in porto perché il mare era troppo forte. Cioè nella consapevolezza che la barca dei profughi che era stata segnalata in pericolo, era ancora di più in pericolo perché il mare si era alzato.
Il risultato di quella mail – che fino all’altro giorno è restata segreta – sono stati più di cento morti. Moltissimi bambini. Uno dei più gravi disastri in mare degli ultimi trent’anni. Chi e perché ha fatto partire quella mail? Perché per più di un anno non si è saputo niente? La Procura che sta indagando sul disastro di Cutro sapeva di questa mail?
La direttiva è stata emanata nel giugno del 2022. Ministro Giovannini, tecnico, indipendente, vicino al Pd. Il ministro sapeva? Ha dato lui indicazioni? O, se non sapeva, come mai non sapeva? Come funzionano le cose al ministero dei trasporti? E il ministro (Lamorgese) dell’Interno era al corrente? Oppure nessun ministro conosceva questa follia?
E nessun viceministro e nessun sottosegretario? Se nessuno era a conoscenza, e dunque nel nostro paese un ufficiale di marina può decidere che si sospendano i soccorsi in mare, la cosa è molto preoccupante. Vuol dire che c’è una falla gravissima nella struttura. E vuol dire che i ministri non hanno grandi doti amministrative. In ogni caso la strage c’è stata.
Il colpevole della strage, ora senza più nessun dubbio, è lo stato italiano. “Il riformista” (del quale all’epoca era direttore) titolò: “Strage di Stato” (come La Stampa diretta da Giannini). La cosa creò molte polemiche. Ci attaccarono aspramente. Soprattutto da destra. Avevamo ragione noi: quello era il titolo giusto. Non ci fa piacere.
Però ora bisogna che qualcuno risponda. È vero, non erano” italiani” i morti. Ma erano quasi dieci volte di più delle vittime di piazza Fontana. Non chiediamo retorica, no, non serve. Però un briciolo di rigore.
Devono rispondere i politici che sono responsabili di quella disposizione, e anche i ministri dell’epoca della strage, che non si accorsero che la Guardia Costiera era bloccata da una direttiva demenziale. O che se ne accorsero e fecero finta che le cose andavano bene così. Deve occuparsene il Parlamento. Deve rispondere il governo.