La decisione e la protesta
Scontri tra polizia e studenti a La Sapienza di Roma: tensione dopo il ‘no’ al boicottaggio di Israele
Cronaca - di Redazione Web
Pomeriggio ad alta tensione all’Università La Sapienza di Roma. Da giorni gli studenti chiedevano di rescindere qualsiasi accordo dell’Università con Israele. Appena la notizia che il Senato accademico ha deciso di non interrompere la collaborazione internazionale, davanti al rettorato è iniziata la contestazione. Prima il corteo nei viali dell’Università, poi gli scontri successivi con la polizia che hanno portato anche a due arresti. Ci sarebbero anche alcuni studenti feriti
Perché gli studenti de La Sapienza hanno protestato
Gli studenti da giorni protestano per la Palestina. Come ricostruito dall’Ansa, dalla mattina, due studentesse, Martina e Letizia, si sono incatenate al totem davanti all’ingresso del Rettorato per “richiedere lo stop degli accordi dell’università con Israele e le dimissioni della rettrice dalla fondazione Med Or” che fa capo a Leonardo. Intanto si radunava il Cda e del Senato accademico sulla questione degli accordi di ricerca con Israele. “Boicottare Israele, fuori la guerra dall’università, vergogna, assassini”, gli slogan dei manifestanti, diventati via via più duri a poco a poco che sono filtrate notizie dal Senato accademico in corso, che con il Cda, già nel primo pomeriggio, ha emesso un comunicato dai toni netti e fermi.
La Sapienza, infatti, si legge nel documento, “rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore, possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana” anche se esprime innanzitutto “dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina”. Cda e Senato Accademico ribadiscono poi l’impegno alla realizzazione di corridoi umanitari e a ulteriori azioni di accoglienza, sostegno e solidarietà per le comunità accademiche coinvolte dal conflitto: dalla nascita di un dottorato nazionale di Studi per la Pace, all’adesione al partenariato con An-Najah National University, Unimed e Palestinian Student Scholarship Fund (Pssf) per il completamento dell’istruzione universitaria gratuita degli studenti residenti nella Striscia di Gaza.
Cosa è successo a La Sapienza di Roma: gli scontri tra polizia e studenti
“Chiediamo la sospensione, non la cancellazione, di questi accordi – hanno spiegato i manifestanti – e rimandiamo al mittente qualunque idea di razzismo e antisemitismo. Chiediamo lo stop degli accordi scientifici tra Sapienza e l’ industria degli armamenti, riterremo auspicabile che tutti i rettori dessero le dimissioni dalla Med’or, compresa la rettrice de la Sapienza, Polimeni. Infine chiediamo il cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza”. Queste le ragioni degli studenti. Così è iniziata una escalation di tensioni prima con il raduno di un corteo. Le prime tensioni con la polizia sono avvenuti davanti al rettorato. Poi il corteo si è spostato fuori le mura universitarie dove sono iniziati gli scontri con la polizia.
Gruppi organizzati e collettivi hanno fatto sapere che due studenti sono stati fermati e altri ancora sarebbero rimasti feriti per le manganellate, per questo si sono riuniti davanti al commissariato in piazzale Verano in attesa che vengano rilasciati. Secondo la Questura, i disordini sono iniziati con la protesta davanti al rettorato e sono proseguiti intorno alla città universitaria. Uno dei due arrestati avrebbe danneggiato un’auto della polizia, mentre il secondo è stato fermato per aver aggredito un agente, dopo gli scontri davanti al commissariato. Il dirigente del Commissariato è stato aggredito a pugni. secondo quanto riportato dai manifestanti, ci sarebbero alcuni feriti.
Solidarietà alla rettrice dalla ministra Bernini
Solidarietà alla rettrice Polimeni è arrivata dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini. “Quello che sta accadendo all’Università la Sapienza è vergognoso. la protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. la decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contento internazionale. la ricerca non si boicotta”, ha commentato il ministro.