Gli Stati Uniti hanno accettato il piano di Israele di invasione di Rafah in cambio della mancata effettuazione di un grande attacco contro l’Iran. Funzionari egiziani hanno riferito a un quotidiano del Qatar che gli Stati Uniti hanno accettato il piano di Israele per un’operazione nella città di Rafah, nel sud di Gaza. In cambio Israele non effettuerà un grande attacco contro l’Iran in risposta all’attacco senza precedenti di missili e droni di Teheran dello scorso fine settimana. “L’amministrazione americana ha intenzione di accettare il piano precedentemente presentato dal governo israeliano riguardo all’operazione militare a Rafah, in cambio del rifiuto di effettuare un attacco su larga scala contro l’Iran“, spiega il giornale Al-Araby Al-Jadeed.
Israele-Iran: il ‘patto tra Biden e Netanuyahu
I funzionari egiziani hanno riferito al quotidiano che sono in corso i preparativi affinché l’Egitto possa affrontare qualsiasi possibile impatto dell’operazione pianificata. Si ritiene che quattro battaglioni di Hamas siano di stanza a Rafah insieme a oltre un milione di civili che si rifugiano in quella zona dopo essere fuggiti dai combattimenti in altre parti della Striscia. Si ritiene che Rafah sia anche il luogo in cui sono nascosti i leader di Hamas, forse insieme agli ostaggi israeliani. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha più volte affermato di aver approvato i piani per un’operazione a Rafah e più recentemente ha affermato che è stata decisa una data per il lancio. Tuttavia tale versione è stata smentita dalla Casa Bianca.
Israele-Iran-Hamas: l’appello dell’Ue
È necessario mantenere alta l’attenzione verso la guerra in corso a Gaza, dove la violenza è in aumento, e, al contempo, sostenere la difesa di Israele dagli attacchi dell’Iran. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, in un punto stampa a Capri, prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata della ministeriale Esteri del G7. “Mi aspetto che l’Ue adotti delle sanzioni contro chi ha commesso delle violenze contro i palestinesi in Cisgiordania“, ha aggiunto Borrell. “Dobbiamo sostenere Israele in maniera netta, dobbiamo difendere il Paese anche nel contesto degli attacchi iraniani e lo abbiamo dimostrato“, ha detto Borrell, sottolineando che a difesa dello Stato ebraico lo scorso fine settimana sono intervenute Francia, Stati Uniti e Regno Unito. “Il sistema di Sanzioni contro le componenti per produrre droni e missili iraniani già esiste. Dobbiamo rivedere questo sistema, allargarlo e renderlo più efficiente“: così il capo della diplomazia Ue, Borrell, a proposito delle nuove sanzioni che potrebbero esser emanate contro l’Iran dalla comunità internazionale, dopo l’attacco di sabato scorso del regime a Israele.
La guerra in Ucraina
L’unico piano di pace sul tavolo in Ucraina è quello del presidente Volodymyr Zelensky. Lo ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, in un punto stampa a Capri, prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata della ministeriale Esteri del G7. “All’inizio c’erano diversi piani, quello cinese, quello brasiliano. Ma l’unico che è riuscito a mantenere lo slancio e che conta sul sostegno della comunità internazionale è quello del presidente Zelensky. Sicuramente successivamente ci saranno dei colloqui con la Russia, che è il Paese aggressore“, ha affermato Borrell.
Aiuti a Kiev: Patriot e difesa aerea
L’Alto responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Borrell, ha chiesto ai ministri della Difesa comunitari di prendere “decisioni concrete” per l’invio di più sistemi di difesa aerea all’Ucraina, la cui rete elettrica rischia altrimenti di essere distrutta. Lo ha dichiarato egli stesso in un punto stampa a margine della seconda giornata dei lavori della riunione ministeriale Esteri del G7 a Capri. Secondo il capo della diplomazia Ue, non solo solo gli Stati Uniti a doversi assumere la responsabilità di fornire sistemi di difesa aerea all’Ucraina. “Abbiamo Patriot e altri sistemi missilistici. Dobbiamo portarli fuori dai depositi“, ha spiegato invitando i Paesi europei e occidentali a prendere decisioni “più rapide” per sostenere Kiev, che ha bisogno di armi che vanno fornite “molto più velocemente” per fronteggiare l’offensiva della Russia del presidente Vladimir Putin. “Non possiamo permetterci la vittoria di Putin“, ha aggiunto Borrell.
Tajani: “Al G7 si parla di Africa”
“Tra i temi che discutiamo qui a Capri c’è anche l’Africa, un continente di grande importanza per l’Italia. Lo faremo anche con il ministro degli Esteri della Mauritania, Mohamed Merzoug, in rappresentanza dell’Unione Africana“. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, aprendo la prima sessione di lavoro del G7 Esteri a Capri.