Tutto quello che c'è da sapere
Virus B delle scimmie, i sintomi e come si trasmette: “Inutile fare allarmismo”
Salute - di Rossella Grasso
Nell’epoca delle connessioni, della velocità e della globalizzazione, nessun luogo è più lontano. E le notizie corrono veloci come, se non di più, dei virus. E’ bastata la notizia che un 37enne di Hong Kong è stato attaccato da una scimmia durante un’escursione in un parco ed è finito in terapia intensiva, che subito si inizia a parlare dell’Herpesvirus Simiae, noto anche come virus B delle scimmie. Contestualmente sono partiti anche gli allarmismi e il terrorismo di alcuni titoli di giornale che annunciano “alto rischio di mortalità”. Ma che cos’è il Virus B delle scimmie ed è veramente giunto il momento di preoccuparsi? Giovanna Fusco, Direttore del Dipartimento di Coordinamento di Sanità Animale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Mezzogiorno non ha dubbi, non bisogna fare facile allarmismo: “I casi sono accidentali e legati a categorie a rischio a seguito di esposizione a scimmie infette”. A L’Unità ha spiegato tutto quello che c’è da sapere sul Virus B delle Scimmie.
Cos’è il virus dell’infezione B delle scimmie e perché si chiama così.
Si tratta di un virus zoonotico a DNA, endemico nei macachi e responsabile di rari casi di malattia nell’uomo. Appartiene alla famiglia Herpesviridae, sottofamiglia Alfaherpesviridae. E’ stato identificato per la prima volta nel 1932 e denominato Cercopithecine herpesvirus 1 nel 1999 e rinominato Macacine alphaerpesvirus 1 nel 2015 (McHV1). E’ noto anche come virus B, Herpesvirus simiae, herpes simiae, Monkey B virus. Gli ospiti naturali del virus sono le scimmie che lo trasmettono accidentalmente all’uomo. Dei quasi 35 herpesvirus dei primati non umani esistenti, herpesvirus B è l’unico ad essere altamente patogeno per gli esseri umani non trattati e per tale ragione, inserito nella categoria di rischio gruppo 4.
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Quali sono i sintomi dell’herpesvirus B delle scimmie?
Monkey B virus trasmette una lieve infezione nei macachi asiatici che solo raramente possono presentare vescicole sulle mucose, lingua e labbra. I macachi possono trasmettere l’infezione anche non presentando lesioni, poiché la malattia decorre asintomatica per lungo tempo, durante il quale il virus permane latente nei gangli del trigemino e nel nervo lombosacrale.
Come si trasmette il virus dell’infezione B delle scimmie.
La trasmissione avviene per i morsi e graffi cagionati all’uomo dai macachi infetti durante la loro manipolazione, oppure per contato con i loro secreti, escreti e tessuti. Le infezioni nell’uomo sono rare e ad essere più colpiti sono gli operatori appartenenti a categorie professionali a rischio, come veterinari e ricercatori impegnati in studi preclinici che prevedono l’impiego di scimmie. Possono essere colpiti, accidentalmente, anche escursionisti che entrano in contato con scimmie selvatiche, come nel caso insorto a Hong Kong, saltato di recente agli onori della cronaca. Entro pochi giorni dall’esposizione (3/7giorni) al virus B, potrebbero comparire i primi sintomi, rappresentati da vescicole erpetiche, linfoadenite locale e sintomi simil-influenzali. Il virus B è neurotropo e nei casi gravi può determinare nell’uomo encefalite che decorre con prognosi riservata con esito letale nel 70% dei casi.
Quanto è pericoloso Herpesvirus Simiae? C’è elevato rischio di mortalità?
I casi umani sono rari in quanto legati alle categorie professionali a rischio. L’ECDC registra dal 1932 al 2019 un totale di 50 casi a livello globale; tutti successivi all’esposizione a macachi infetti o loro fluidi infetti. Si stima un tasso di mortalità del 70% nei casi gravi con sintomatologia neurologica.
Si può curare l’ herpesvirus B ?
La rarità dei casi non incentiva le aziende a sviluppare farmaci antivirali specifici e vaccini. Se si sospetta una infezione, deve essere presa in considerazione la somministrazione di una profilassi post esposizione via orale. In caso di infezione confermata da test di laboratorio, l’approccio clinico passa alla somministrazione di farmaci antivirali via endovenosa. Non è disponibile il vaccino, pertanto l’utilizzo virtuoso dei dispositivi di sicurezza da parte del personale a rischio che manipola macachi, è d’obbligo.
Possiamo parlare di un vero e proprio allarme contagi?
Ritengo di no, poiché i casi sono accidentali e legati a categorie a rischio a seguito di esposizione a scimmie infette.