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Terry Anderson: chi era il giornalista di Ap, sequestrato per quasi 7 anni da Hezbollah in Libano

FILE – United Nations mediator Giandomenico Picco, center, accompanies Terry Anderson, chief Middle East correspondent for the Associated Press, during a news conference at the Syrian Foreign Ministry in Damascus, Dec. 4, 1991. At left is American Ambassador Christopher Ross. Picco, whose negotiating skills helped resolve some of the thorniest crises of the 1980s and 1990s, including the Iran-Iraq war and the kidnappings of Westerners by Hezbollah in Lebanon, died Sunday, March 10, 2024. (AP Photo/Mohammad Ali, file)

FILE - United Nations mediator Giandomenico Picco, center, accompanies Terry Anderson, chief Middle East correspondent for the Associated Press, during a news conference at the Syrian Foreign Ministry in Damascus, Dec. 4, 1991. At left is American Ambassador Christopher Ross. Picco, whose negotiating skills helped resolve some of the thorniest crises of the 1980s and 1990s, including the Iran-Iraq war and the kidnappings of Westerners by Hezbollah in Lebanon, died Sunday, March 10, 2024. (AP Photo/Mohammad Ali, file)

Terry Anderson è stato per sei anni ostaggio da militanti islamici di Hezbollah. Giornalista, corrispondente dal Medio Oriente, ex marine, è morto a 76 anni nella sua casa di Greenwood Lake, nello Stato di New York, in seguito a complicazioni per un intervento chirurgico al cuore. A dare la notizia l’Associated Press, l’agenzia per cui aveva lavorato, che ha citato sua figlia Sulome. Sei anni e nove mesi durò la sua detenzione in Libano. Non aveva mai conosciuto sua figlia, la conobbe soltanto quando venne liberato il 4 dicembre del 1991.

Anderson era nato a Lorain, in Ohio nel 1947, era entrato giovanissimo nelle forze armate. In Vietnam era stato Sergente dei Marines. Finita quell’esperienza si dedicò alla sua passione: il giornalismo. Si laureò e dopo essere entrato ad Ap fece da corrispondente in diversi Paesi africani e asiatici. Divenne corrispondente da Beirut, in Libano, responsabile della redazione locale dell’Associated Press quando venne rapito e tenuto in ostaggio per quasi sette anni dei terroristi filoiraniani. È stato, ancora a oggi, uno degli ostaggi occidentali più a lungo trattenuti in Medio Oriente nella storia recente. Resta ancora oggi l’ostaggio più a lungo trattenuto in Libano.

La prigionia di Terry Anderson

Fu prelevato la mattina del 16 marzo del 1985 da un commando armato. Aveva appena finito di giocare una partita di tennis con il collega fotografo Don Mell. Quel gruppo radicale filoiraniano era una cellula della nascente Hezbollah, il movimento sciita legato all’Iran che ancora oggi, in questi giorni di guerra in Medio Oriente, è al centro delle tensioni con Israele. I sequestri, numerosi all’epoca, servivano a fare pressione sugli Stati Uniti, per incidere sulle opinioni pubbliche occidentali e per ottenere riscatti molto cospicui. A Beirut venne rapito anche l’allora capo della CIA William Francis Buckley.

Quel circolo vizioso finì per essere coinvolto anche nello scandalo Iran-Contras: con gli statunitensi accusati di vendere illegalmente armi a Teheran e di finanziare il ricavato per finanziare la guerriglia contras nei Paesi del Centro American. Durante il sequestro Anderson fu picchiato, torturato, rimase per quasi un anno in isolamento totale, spostato in una ventina di posti. Lesse una cinquantina di volte la Bibbia, raccontò che gli salvò la vita. Anderson perdonò i suoi carcerieri ma fece causa all’Iran, ottenne un risarcimento di 26 milioni di dollari ricavati da fondi iraniani sequestrati nelle banche americane. Non sono mai state chiarite le condizioni della sua liberazione.

Com’è morto Terry Anderson

Fece i conti con lo stress post traumatico del rapimento, aprì un ristorante, provò a entrare in politica candidandosi al Senato dell’Ohio senza venire eletto, insegnò giornalismo all’università. Finì in bancarotta nel 2009. “L’ho visto per l’ultima volta una settimana fa – ha raccontato ad Ap la figlia, diventata giornalista, che ha scritto anche un libro sul rapporto col padre – , e la persona con cui ho una relazione gli chiese se gli rimanesse ancora qualcosa da fare, se gli rimanesse qualche desiderio. Rispose: ‘Ho vissuto così tanto e fatto così tante cose, sono soddisfatto’”. Reuters ha ricordato come il giorno del compleanno di Anderson, il 27 ottobre, sia diventato “la giornata informale in ricordo dei cittadini statunitensi presi in ostaggio”.