Israele nega responsabilità
Fosse comuni a Gaza, Onu chiede indagine internazionale sui ritrovamenti negli ospedali al-Shifa e Nasser: più di 300 i morti
Esteri - di Redazione
Altre decine di corpi rinvenuti nella giornata odierna, 35 per la precisione, che fanno salire così il numero complessivo di morti a 310, di cui 42 identificati. Sono tanti i cadaveri scoperti dalla Protezione civile di Gaza nella fossa comune emersa venerdì 19 aprile presso l’ospedale Nasser di Khan Yunis, la seconda città più popolosa della Striscia, nel Sud del territorio palestinese.
A riferire i numeri è l’agenzia di stampa palestinese Wafa, confermati alla Cnn dal direttore della protezione civile locale, Yamen Abu Suleiman, che ha riferito di “segni di esecuzione“. “Non sappiamo se sono stati sepolti vivi o giustiziati. La maggior parte dei corpi sono decomposti“, ha aggiunto.
L’esercito israeliano si è ritirato da Khan Yunis nelle prime ore del 7 aprile, dopo quattro mesi di combattimenti e bombardamenti. I due principali ospedali della zona, Amal e Nasser, sono stati duramente colpiti e sono completamente inattivi dopo aver subito un assedio da parte delle truppe israeliane, che hanno attaccato entrambi i centri per il sospetto che nascondessero miliziani di Hamas e della Jihad islamica.
L’Onu chiede indagine sulla fossa comune a Khan Yunis
Su quanto scoperto in questi giorni a Khan Yunis anche l’Onu ha ufficialmente chiesto spiegazioni e “indagini indipendenti, efficaci e trasparenti sulle morti”. Lo ha fatto tramite la portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani: “Tra i deceduti c’erano presumibilmente anziani, donne e feriti, mentre altri sono stati trovati con le mani legate e spogliati dei loro vestiti”.
Non solo Khan Yunis. L’Onu chiede di indagare anche sui corpi trovati all’ospedale al-Shifa, teatro di intensi combattimenti fino all’inizio di aprile. “Le notizie indicano che c’erano 30 corpi palestinesi sepolti in due fosse nel cortile dell’ospedale al-Shifa a Gaza City: una davanti all’edificio del pronto soccorso e l’altra davanti all’edificio della dialisi“, ha dichiarato Shamdasani ai giornalisti, precisando che ad oggi sono state identificate 12 vittime.
In un comunicato l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, si è detto “inorridito dalla distruzione del complesso medico An Nasser e del complesso medico Al Shifa e dalla scoperta di fosse comuni dentro e intorno a questi luoghi“, sollecitando “indagini indipendenti, efficaci e trasparenti sulle morti“. “Dato il prevalente clima di impunità, dovrebbero essere coinvolti investigatori internazionali – ha dichiarato Turk – Gli ospedali hanno diritto a una protezione molto speciale ai sensi del diritto internazionale umanitario. E l’uccisione intenzionale di civili, detenuti e altre persone non coinvolte in combattimento è un crimine di guerra“.
Israele nega coinvolgimento su Khan Yunis
Da parte sua Israle tramite l’IDF, l’Israel Defense Forces, ha negato che le sue truppe siano coinvolte nella realizzazione di fosse comuni, come sostenuto da Hamas.
“L’affermazione secondo cui l’Idf ha sepolto corpi palestinesi è completamente priva di fondamento“, ha dichiarato l’Idf in risposta a una domanda sull’argomento. L’Idf ha aggiunto che durante l’operazione nell’area del Nasser negli ultimi mesi, le truppe hanno esaminato i cadaveri che erano stati sepolti dai palestinesi sul terreno del centro medico, “nel tentativo di localizzare gli ostaggi“. L’esercito ha affermato di aver operato in “maniera mirata“, solo dove disponeva di informazioni secondo cui vi potevano essere sepolti ostaggi israeliani. “Gli esami sono stati effettuati in modo ordinato, rispettando la dignità dei defunti“, ha affermato ancora l’Idf, aggiungendo che i corpi sono stati “riportati al loro posto ordinatamente e correttamente“.