Strage senza fine
Suicidio in carcere a Regina Coeli, è il 33esimo del 2024. Il Garante Anastasia: “Ha ragione Mattarella, servono misure urgenti”
Non si arresta la mattanza di Stato: la vittima è un 36enne di origini cinesi
Cronaca - di Andrea Aversa
Ancora un suicidio avvenuto in carcere. Questa volta a Regina Coeli. A togliersi la vita un detenuto 36enne di origini cinesi. Era stato arrestato e condotto nel penitenziario romano da poco più di un mese. La triste notizia è stata data dal Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio Stefano Anastasia. Quest’ultimo si trovava all’interno della struttura quando gli è stato comunicato del decesso. La vittima si è impiccata. Secondo il dossier di Ristretti Orizzonti dall’inizio dell’anno si sono tolte la vita in cella 33 persone. Tra esse è stato considerato il giovane che si è suicidato nel Cpr della Capitale.
Suicidio in carcere a Regina Coeli: chi è il detenuto che si è tolto la vita
Dunque, non ha fine la Mattanza di Stato che sta facendo strage nelle carceri italiane. Strutture fatiscenti, vittime del sovraffollamento e delle peggiori condizioni di vivibilità. Dietro le sbarre mancano spesso i più essenziali servizi igienici e sanitari. L’articolo 27 della Costituzione che afferma i principi di recupero e reinserimento del detenuto in società, è costantemente disatteso. In un Paese, l’Italia, dove fioccano le condanne sentenziate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) e nel quale il Parlamento ha tradito ben due messaggi inviati alle camere sul tema giustizia, da altrettanti Presidenti della Repubblica: il riferimento è alle parole pronunciate da Giorgio Napolitano nel 2013 e da Sergio Mattarella poco più di un mese fa.
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Il post su Facebook del Garante per i diritti dei detenuti della regione Lazio Stefano Anastasia
“Ancora un morto in carcere, un suicidio, a Regina Coeli qualche ora fa. Ero all’interno dell’istituto, in direzione, quando è arrivata la notizia: un uomo di trentasei anni, cinese, in carcere da poco più di un mese, si è impiccato alla terza branda del letto a castello nella solita settima sezione, quel porto di mare di arrestati, isolati, puniti, separati, dove l’anno scorso se ne sono ammazzati quattro. Non posso che ripetere le parole del Presidente Mattarella: servono risposte urgenti, contro il sovraffollamento, per condizioni di vita umane e dignitose, l’unico modo per contrastare la piaga dei suicidi in carcere“.