È stato un 25 aprile un po’ agitato ma pieno di passione. Nei cortei più importanti, quelli di Roma e di Milano, c’è stata qualche rissa tra i militanti filopalestinesi e quelli filoebraici. Era prevedibile. Ma la polizia e i servizi d’ordine hanno controllato abbastanza bene la situazione e non ci sono state gravi conseguenze.
A Roma, nella tradizionale manifestazione di Porta San Paolo, cioè alla Piramide, i giovani pro-Palestina e la cosiddetta brigata-ebraica si sono affrontati, separati da un cordone di polizia. Qualcuno, dal fronte della brigata, ha lanciato dei petardi, e i ragazzi pro-Palestina hanno risposto con slogan vari. Alcuni assolutamente civili (“free-free Palestine”) alcuni – ma pochissimi e minoritari – con accenti antisemiti.
In realtà il tutto è circondato da una retorica eccessiva. Perché in piazza non c’erano né i partigiani comunisti né quelli della Brigata ebraica, per la semplice ragione che i pochi ancora sopravvissuti hanno superato i 95 anni. Qualche anno fa le cose erano diverse.
Nel 2004 fu contesta la brigata ebraica e fu insultato il padre della Moratti. Ma il padre della Moratti non era un attivista: era uno che aveva combattuto nella brigata ebraica e la contestazione risultò del tutto insopportabile. Oggi a fare rissa sono gruppi che si identificano coi partigiani – rossi, o bianchi, o ebraici – ma non sono partigiani. Questo rende tutto più leggero e solleva anche qualche ironia.
A Milano di nuovo scontri tra brigata ebraica e filopalestinesi. Più insulti e contestazioni al sindaco Sala e all’inno nazionale. Ma il grosso della manifestazione, alla quale hanno partecipato molti esponenti del Pd, compresa Elly Schlein, e poi Carlo Calenda e molti altri, è filato liscio.
È stata una manifestazione molto grande. Almeno 100 mila persone, dice l’Anpi. Ha parlato Scurati e ha letto il famoso monologo, che ormai tutti conosciamo, e ha di nuovo polemizzato col governo e con La Russa.
Poi ci sono state le manifestazioni ufficiali. Un lungo discorso del presidente Mattarella a Civitella val di Chiana, e una dichiarazione di Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio è stata molto stringata ma ha riconosciuto che la sconfitta del fascismo ha aperto le porte alla democrazia. Mattarella ha parlato della ferocia del regime e dell’importanza della lotta partigiana.
Diciamo che è stato un 25 aprile combattuto. Forse anche un po’ fazioso. Però pieno di passione politica. Ha mobilitato migliaia e migliaia di persone, che comunque, in ogni modo, affermano il ritorno della politica.
Delle grandi idee, delle grandi battaglie, della memoria. Non è meglio così, piuttosto che la politichetta fatta tutta e solo di battaglie piccole piccole, di manovre, di nomine, di conflitti di interesse?