Accesa la macchina del fango, messo in moto il tritacarne che ha sta facendo valutare le dimissioni a Pedro Sánchez, che la Procura della Repubblica ha già chiesto l’archiviazione dell’indagine preliminare su Begoña Gómez, la moglie del primo ministro spagnolo. Per il giudice Juan Carlos Peinado non ci sono indizi sufficienti nella denuncia per traffico di influenze e corruzione presentata dal sindacato di destra Manos Limpias. Il pubblico ministero ha annunciato appello. La situazione resta sospesa: il primo ministro aveva annunciato una conferenza stampa fissata al 29 aprile, quando comunicherà la sua decisione dopo gli attacchi subiti negli ultimi giorni.
L’indagine era stata aperta lo scorso aprile ma era diventata nota mercoledì scorso. Riguarda i presunti rapporti tra Gómez e alcune aziende private che hanno ricevuto fondi e appalti pubblici dal governo. È stata aperta dopo una denuncia del sindacato, con posizioni di estrema destra, Manos Limpias. Secondo l’accusa Gómez avrebbe sfruttato la sua relazione con il primo ministro spagnolo per favorire un’azienda privata, Globalia, che possiede la compagnia aerea spagnola Air Europa. L’azienda ha ricevuto un finanziamento governativo di 475 milioni di euro dal fondo SEPI, creato dal governo di Madrid per sostenere le società in difficoltà dopo la pandemia da covid-19. All’epoca dei fatti contestati l’accusata era a capo della fondazione IE Africa Center.
- Spagna, Sánchez valuta le dimissioni dopo l’indagine sulla moglie: “Macchina del fango dalla destra”
- Sondaggi Europee 2024, dalla Francia alla Germania e Spagna: le intenzioni di voto e le possibili maggioranze
- Lite Italia-Spagna: Tajani risponde a Sanchez
- Governo Spagna news: Sanchez ha la maggioranza
L’indagine su Begoña Gómez
Per il giudice tuttavia non ci sono prove sufficienti. La denuncia di Manos Limpias era basata su notizie riportate dai media. Il capo del sindacato Miguel Bernad, vicino al partito di estrema destra Vox, aveva scritto in un post su Facebook che il gruppo aveva semplicemente compilato e passato i rapporti a un giudice per “dovere civico” e ha negato che l’azione fosse motivata politicamente. Sánchez aveva bollato le accuse come “falsità” e accusato una “strategia di demolizione che va avanti da mesi: la destra e l’estrema destra non hanno accettato il risultato elettorale” e aveva aggiunto che “la destra vuole trasformare la politica in un pantano. Ho bisogno di fermarmi a riflettere”. Aveva parlato di “macchina del fango” nei suoi confronti, di accuse senza precedenti.
La decisione di Pedro Sánchez
Sánchez è al suo terzo governo da primo ministro, ha 52 anni ed è in carica dal 2018. Guida un esecutivo di minoranza. Alle ultime elezioni il suo partito, il Partito Socialista, era risultato il più votato ma aveva ottenuto la fiducia soltanto dopo lunghissimi negoziati con partiti autonomisti e indipendentisti. In una lettera aperta ai cittadini diffusa tramite i suoi canali social aveva annunciato che sospenderà le sue attività istituzionali fino al 29 aprile quando terrà una conferenza stampa in cui comunicherà la sua decisione. Possibili le dimissioni.
Ha accusato che la moglie è attaccata “non perché abbia fatto qualcosa di illegale, ma per essere mia moglie” e di essere attaccato per rappresentare “un’opzione politica progressista appoggiata da milioni di spagnoli alle elezioni”. Ha ribadito di essere “un uomo profondamente innamorato di mia moglie che vive con impotenza il fango che le spargono addosso giorno dopo giorno”. La data del 29 maggio è dettata dalla legge spagnola, che impedisce al Presidente di sciogliere le Cortes entro un anno dal precedente scioglimento.