La Cei: "Torniamo ad anni bui"
Vannacci, il “programma” per le Europee: “Mussolini statista, classi separate per disabili, aborto non è un diritto”
Politica - di Redazione
Roberto Vannacci passa come un bulldozer sulle polemiche relative al 25 aprile e all’antifascismo. Intervistato da La Stampa di Torino a due giorni dall’annuncio da parte di Matteo Salvini della candidatura nelle liste della Lega alle elezioni europee, il generale ribadisce ancora una volta il suo “programma politico”, che passa dalla riabilitazione di Mussolini al mancato giudizio del fascismo, all’aborto come un non-diritto fino alle classi separate per i disabili.
Vannacci spacca la Lega
Ma procediamo con ordine. La candidatura di Vannacci con la Lega, arrivata al termine di un infinito tira e molla con Matteo Salvini, convinto di un effetto trainante del generale per il partito, ha ottenuto come primo effetto una profonda spaccatura nelle fila del Carroccio.
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Colpa dei pochi posti che saranno a disposizione della Lega, che non ripeterà l’exploit del 34% delle Europee del 2019. Il posto sicuro da capolista a Vannacci terrà fuori esponenti storici del partito, che infatti ribolle in particolare nel Nord: qui ‘big’ come il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga o i capigruppo di Camera e Senato Molinari e Romeo hanno già annunciato che voteranno altri candidati del Carroccio.
Vannacci sul punto mostra totale indifferenza. Spiega a La Stampa che “non sa” se in futuro prenderà la tessera della Lega, lui che nelle liste del Carroccio resta “candidato indipendente”. Quanto alle critiche dei leghisti del Nord, per Vannacci “non c’è bisogno di porgere ramoscelli d’ulivo, perché io non ho mai sollevato alcun problema. Se qualcuno si è espresso negativamente nei miei confronti, lo capisco, fa parte di una fase, ma quando si tratterà di lavorare insieme spero si chiudano gli armadi del passato e si guardi al futuro”.
Il “programma” di Vannacci: immigrazione, aborto, Europa, disabili
Ma quali sono le idee che Vannacci porterà in Europa? Proprio sull’Europa il generale sottolinea il suo problema: “Deve costruire una sua identità. La bandiera blu con tante stelle che identità vuole rappresentare? Non abbiamo nemmeno un animale a simboleggiarci”, dice il generale ricordando l’orso russo o l’aquila degli Stati Uniti, e sottolineando di avere già in mente “un’idea, ma è molto provocatoria”.
Poi conferma le tesi del libro “Il mondo al contrario”, che gli sono costate le accuse di razzismo e omofobia. Si parte dal giudizio su Benito Mussolini: per Vannacci “è uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di “statista” sul dizionario”. Sul fascismo invece non dà giudizi: “La storia è fattuale, non accetta giudizi morali, quindi non do alcun giudizio”, mentre l’antifascismo “non ha alcun senso, il fascismo è finito quasi cento anni fa”.
Sui diritti civili le tesi di Vannacci sono note. Il generale sostiene che l’aborto sia “un’infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere. Non credo che sia un diritto”, mentre l’omosessuale che “ostenta da esibizionista deve accettare le critiche”.
Quindi la battaglia per il crocifisso in tutte le aule scolastiche perché “è un simbolo di cultura”. E proprio sulla scuola Vannacci usa le parole che alzano il polverone. Per il neo candidato leghista l’utilizzo di “classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare“. Per Vannacci però non sarebbe una soluzione discriminatoria: “Per degli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri”.
Le critiche di opposizione e Cei
Le uscite di Vannacci hanno provocato, e non poteva essere altrimenti, le reazioni sdegnate delle opposizioni, sostanzialmente unite nel condannare le parole del generale-candidato.
Ma a far scalpore è stato l’intervento della Cei, la Conferenza episcopale italiana, che tramite il suo vicepresidente, monsignor Francesco Savino, ha utilizzato parole raramente utilizzate in passato.
“Pur nel rispetto di ogni opinione e di ogni scelta politica qui è in gioco una visione culturale della vita. Queste affermazioni ci riportano ai periodi più bui della nostra storia. Mi permetto di dire, con Papa Francesco, che l’inclusione è segno di civiltà”, ha detto all’Ansa monsignor Savino.
Per Savino “le classi separate riproducono i ghetti. La separazione in classi diverse per i fratelli disabili significa che sono da emarginare o guardare con sospetto. E invece loro hanno tante abilità che noi non abbiamo“. Il vescovo di Cassano, parlando con l’Ansa, ricorda la Via Crucis di quest’anno che la sua diocesi ha voluto dedicare proprio ai disabili. “Loro sono stati i protagonisti ed io, ma forse non solo io, sono tornato a casa sentendo di avere vissuto una esperienza davvero bella. Quando c’è l’inclusione sanno dare il meglio di loro stessi. Ci danno lezioni di vita, di umanità, di bellezza“. “Per favore – conclude il vicepresidente dei vescovi italiani commentando le parole di Roberto Vannacci – siamo seri e siamo responsabili”.