Il chiarimento del Ministero
“Vota Giorgia”, dal Viminale assist a Meloni: voto valido sulla scheda per le Europee
Votare solamente “Giorgia” sulla scheda elettorale delle prossime Europee dell’8 e 9 giugno, come la premier Giorgia Meloni ha invitato a fare domenica dalla convention di Fratelli d’Italia di Pescara dove ha annunciato la sua candidatura, si potrà fare senza rischi di invalidare il voto.
Dal Viminale ok al voto per “Giorgia”
È quanto fa sapere il Ministero dell’Interno tramite sue “fonti” alle agenzie di stampa. In particolare il voto per “Giorgia” sarebbe valido in base al manuale di istruzione per il voto che il Viminale ha inviato ai presidenti di seggio e scrutatori per le precedenti elezioni Europee del 2019 e che sarà replicato anche in occasione di questa tornata elettorale.
“La preferenza espressa per il candidato utilizzando espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicate in precedenza agli elettori, in quanto modalità di espressione della preferenza che può essere usata da qualunque elettore (Sez.V, n. 198 del 23-1-2007) – si legge nel manuale per gli scrutatori inviato dal Viminale – il voto è valido, naturalmente, sempre che si possa desumere la volontà effettiva dell’elettore”.
Il rischio contestazioni e i dubbi dei costituzionalisti
Dunque non vi è alcuna norma che vieti il voto per “solo Giorgia”. Eppure da domenica, quando la premier ha annunciato la sua trovata elettorale, erano stati diversi i giuristi che avevano sottolineato il rischio di contestazioni per il voto a “Giorgia”.
A Repubblica, insieme con altri giuristi dubbiosi o perplessi dalla scelta della premier, il costituzionalista della Sapienza Gaetano Azzariti ha commentato: “Siamo di fronte a un’evidente forzatura della legge elettorale che parla chiaro, solo il cognome, nome e cognome, se due cognomi anche uno solo dei due, e se c’è confusione tra omonimi ecco la data di nascita. Ormai gli esponenti di questo governo si ritengono legibus soluti, come dimostra il voto annullato e ripetuto sull’autonomia”. anche il professore emerito di diritto amministrativo Franco Gaetano Scoca la definisce “una scelta molto discutibile e che può far sorgere contestazioni”.