Il Garante in commissione
Cosa afferma la legge ‘svuotacarceri’: un ‘tampone’ necessario al dramma del sovraffollamento carcerario
“La pdl Giachetti è una misura tampone, servono soluzioni sistemiche”, ha detto D’Ettore in commissione giustizia della Camera. “Più di 28mila detenuti hanno pene inferiori a tre anni, quasi 24mila sono potenziali fruitori di misure alternative”
Giustizia - di Angela Stella
“Considerato il crescente numero di detenuti all’interno delle nostre carceri, in linea di principio, si potrebbe guardare con favore ogni previsione che riducesse in concreto l’affollamento e la pressione sul sistema carcerario, all’evidente condizione di ricomprendere tali interventi all’interno di un disegno complessivo inteso ad affrontare in modo strutturale un problema che la Corte europea dei diritti umani, più di dieci anni fa, aveva definito per l’appunto “sistemico” e che aveva chiesto al nostro Paese di risolvere in modo stabile – e non temporaneamente o episodicamente – con la nota sentenza c.d. “pilota” dell’8 gennaio 2013, Torreggiani e altri c. Italia”.
Con queste parole il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Felice Maurizio D’Ettore ha definito ieri in Commissione giustizia della Camera la proposta di legge all’esame sulla liberazione anticipata speciale, presentata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, per affrontare il problema del sovraffollamento che – dati aggiornati a due giorni fa e resi noti dal Garante – vede 61.351 detenuti presenti nelle carceri del Paese a fronte di una capienza regolamentare pari a 51.144 unità, con 47.190 posti in realtà disponibili.
Insomma per D’Ettore si tratta di una “misura tampone” che, da sola, “non risolve” i problemi che affliggono il sistema carcerario italiano perché ha “un effetto deflattivo immediato, ma non rappresenta una risposta sistemica ampia”.
Secondo il Garante la proposta del parlamentare radicale, elaborata insieme alla Presidente di Nessuno Tocchi Caino Rita Bernardini, “dovrebbe essere accompagnata da altri provvedimenti”, ricordando che la liberazione anticipata speciale “è un rimedio di carattere contingente, già sperimentato nel 2013, dopo la sentenza Torreggiani e ha mostrato dei limiti sulla portata deflattiva”.
Ha poi aggiunto: “Le carenze attuali di personale dell’amministrazione penitenziaria e degli uffici dei tribunali di sorveglianza nonché l’insufficienza di spazi e sovraffollamento carcerario portano ad aggravare in modo evidente la situazione del mondo carcerario. I profili più critici che emergono riguardano la somministrazione di cure e servizi sanitari, la capacità del sistema penitenziario di offrire un trattamento in linea con il fine rieducativo, il delicato e complesso fenomeno dell’aumentato numero di suicidi in carcere”.
Dall’inizio dell’anno a oggi, “i dati sono al 23 aprile – ha proseguito – i suicidi in carcere sono stati 32, i tentati suicidi 604, di cui un notevolissimo numero evitato dalla polizia penitenziaria e anche dagli inservienti e dagli operatori carcerari. I casi di autolesionismo sono stati 3890. Più le aggressioni al personale della polizia penitenziaria e una serie di altri elementi che dimostrano una particolare criticità in questo momento del mondo carcerario”.
Ha poi delineato altre criticità che incidono sul sovraffollamento. “In base all’elaborazione svolta sotto il profilo anche statistico, altro dato che induce, nello specifico, ad attenta riflessione, è quello concernente lo screening dei detenuti definitivi, che palesa una forte incidenza, pari a circa 28.167 unità, per i condannati a pene, o in espiazione di pene residue, fino a 3 anni di reclusione, per un totale di 23.583 potenziali fruitori di misure alternative”.
Altro fattore “non trascurabile”, che pure “incide negativamente sul sovraffollamento carcerario, sembrerebbe identificarsi nel limitato impiego della detenzione domiciliare di cui alla Legge 199/2010, anche nota come Legge ‘svuota carceri’, le cui potenzialità deflattive non risultano ad oggi pienamente conseguite”. Ha evidenziato poi “come le misure emergenziali adottate durante la pandemia abbiano prodotto ricadute positive sul sovraffollamento detentivo”.
Altra soluzione per deflazionare le carceri? Si legge nella relazione: “Al fine di garantire che il più alto numero possibile di detenuti fruisca anche dei benefici previsti dalla legge 26 novembre 2010, n. 199 recante Disposizioni relative all’esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi, occorrerebbe prevedere un intervento di natura normativa con finalità acceleratorie della valutazione del Magistrato di sorveglianza”.
L’ufficio di presidenza al termine dell’audizione di ieri ha deciso per la riapertura del termine per la presentazione degli emendamenti. Roberto Giachetti così ha commentato: “non mi sono opposto, come non l’ho fatto quando il Partito democratico la scorsa settimana chiese qualche giorno in più per presentare gli emendamenti. Anche adesso la ritengo una richiesta legittima che spero possa condurre al raggiungimento dello scopo in maniera condivisa e dopo tutte le valutazioni necessarie”.
Il voto arriverà dopo le elezioni europee? Difficile a dirsi, dipende dai ragionamenti interni ai partiti, soprattutto Lega e Fratelli d’Italia e dalla possibile congestione dei provvedimenti da mettere all’ordine del giorno.