Il giorno della liberazione
Non dimentichiamo lo sterminio degli zingari
Moltissimi partigiani rom e sinti, del tutto sconosciuti, hanno contribuito a liberare l’Italia dal fascismo. Figli e nipoti di questi partigiani, ora vivono in altri campi, quelli di oggi, in condizioni di segregazione razziale.
Cronaca - di Dijana Pavlovic
Per rom e sinti il giorno della Liberazione, il 25 aprile, ha una importanza enorme. Per vari motivi.
Primo: perché siamo stati sterminati. Abbiamo subito un genocidio su base razziale. Mezzo milione di morti nei campi di sterminio. Nei campi dei tedeschi nazisti. Ma anche internati in più di 50 campi di concentramento fascisti, costruiti appositamente per noi. Da lì poi ci spedivano in posti come Zigeunerlager, ad Auschwitz .
Il secondo motivo è che moltissimi partigiani rom e sinti, del tutto sconosciuti, hanno contribuito a liberare l’Italia dal fascismo. Figli e nipoti di questi partigiani, e anche figli e nipoti di quelle che sono state internate nei campi italiani, ora vivono in altri campi, quelli di oggi, in condizioni di segregazione razziale.
Terzo motivo: siamo un popolo che nonostante un genocidio e la persecuzione secolare non ha mai armato gli eserciti per conquistare una terra. Viviamo in tutti i paesi del mondo, parliamo tutte le lingue del mondo, abbiamo tutte le religioni del mondo, e in questo momento della follia di guerra crediamo di potere essere d’esempio. Essere un esempio per tutti.
Oggi sfiliamo per la pace.