Le toghe abbassano i toni
Riforma della giustizia, l’Anm firma la tregua armata
Alla conferenza stampa in vista del congresso della prossima settimana, la magistratura abbassa i toni: “Speriamo di collaborare con Nordio”
Giustizia - di Angela Stella
Per adesso sarà tregua con il Governo. Poi si vedrà, qualora l’esecutivo e il Ministero della giustizia decidessero di andare dritti per la loro strada, senza sentire ragioni altrui, su separazione delle carriere, riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, Alta Corte per il disciplinare.
È quanto emerso ieri nella conferenza stampa tenuta dall’Associazione Nazionale Magistrati per presentare il loro congresso che si terrà la prossima settimana a Palermo dal titolo “Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione”.
“Auspichiamo un confronto con il ministro Nordio sulla riforma della Giustizia, almeno prima che diventi legge, per un contributo tecnico. Scelga lui se prima o dopo il Cdm”, ha detto infatti il presidente Giuseppe Santalucia in merito al ddl costituzionale che sta per essere licenziato.
Sul fatto che molto probabilmente il ministro Nordio non sarà presente all’assemblea, nessuna polemica: «ci dispiace se non sarà presente» visto il suo impegno al G7 della giustizia tuttavia «saremmo felici se potesse venire in uno dei tre giorni», ha risposto Santalucia ad una domanda su questo.
Tra gli esponenti politici che parteciperanno: Giuseppe Conte (M5s) e la segreteria dem Elly Schlein. La premier Meloni ha invece delegato il viceministro Sisto. Il leader dell’Anm ha poi proseguito: “Vorremmo dissipare l’idea di una magistratura antagonista e tornare a ragionare sui temi della correttezza istituzionale. Non possiamo essere sottoposti a denigrazioni solo perché ad esempio una norma non era negli intendimenti di chi l’aveva scritta”.
Il riferimento è il caso dei giudici attaccati dalla maggioranza per aver disapplicato il decreto Cutro, anche se poi “le Sezioni Unite hanno fatto emergere come tutto rientra nella normale attività interpretativa”, ha chiarito Santalucia.
“Vogliamo dipanare gli equivoci per evitare che sulla magistratura si annidino dubbi di imparzialità e scorrettezza istituzionale”. Per Santalucia, “ridurre la quota dei magistrati togati e separare le carriere è una ristrutturazione dell’ordine giudiziario, funzionale al ridimensionamento del potere giudiziario. Noi non crediamo che questo sia condivisibile”.
Ha preso poi la parola il segretario generale dell’Anm. Salvatore Casciaro: “Il cuore del congresso sarà il tema dell’indipendenza, che è un presidio per assicurare l’imparzialità”.
“L’associazionismo è trasparenza, confronto tra i vari punti di vista che esistono all’interno della magistratura. I nostri Cdc vengono trasmessi su Radio Radicale e non nelle segrete stanze dei luoghi di potere. Se negli anni ci sono state cadute dovete però dare atto che la magistratura ha preso le distanze e reagito a un ‘modo malato’ di fare associazionismo. Ricordo che in qualche episodio non virtuoso c’erano anche politici oltre che magistrati, ma in quel caso non mi pare ci sia stata una severa critica da parte della politica”: ha detto così Italo Federici, componente della giunta dell’Anm, quando gli è stato chiesto di commentare quanto dichiarato il 25 aprile dal vice premier Matteo Salvini: «finché non ci sarà una magistratura seria e libera da correnti politiche, nessun italiano può dirsi tranquillo a casa sua».
«L’indipendenza della magistratura è l’unica garanzia per i cittadini. Oggi la diamo scontata ma non è stato sempre così. Per questo va difesa, ogni giorno», ha concluso la vicepresidente Alessandra Maddalena.
Contemporaneamente alla conferenza AreaDg ha organizzato un convegno in linea con i temi del Congresso, dal titolo “Comunicazione giudiziaria e libertà di pensiero del magistrato”: «Nell’ultimo anno – ha detto l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte – l’attacco ai magistrati che hanno reso decisioni sgradite alla maggioranza politica è diventato una costante. Spesso esso è stato condotto verso l’indipendenza di giudizio del magistrato, andando a cercare nella sua vita privata qualcosa che, mistificata e comunicata ad arte, abbia potuto dare all’opinione pubblica l’impressione di un suo pregiudizio, di una partigianeria che ne ha guidato la penna. Abbiamo contrastato e ogni giorno combattiamo contro questa deriva che rischia sia di inquinare definitivamente il dibattito pubblico intorno alla giustizia sia di generare sfiducia verso la magistratura».
Ha poi preso la parola il Segretario di Area Dg, Giovanni Zaccaro: «Più sono forti e numerose le maggioranze politiche, più devono essere garantite la libertà di stampa e la autonomia della magistratura».
Per questo oggi, a fronte di “una schiacciante maggioranza parlamentare e della riforma del premierato, siamo preoccupati degli attacchi alla libertà di stampa e della quotidiana delegittimazione del potere giudiziario”.