Stallo nei negoziati
Gaza, inizia l’evacuazione di Rafah in vista dell’attacco israeliano: gli Stati Uniti bloccano un invio di armi a Netanyahu
La Casa Bianca, per la prima volta dal 7 ottobre, blocca un invio di armi a Netanyahu: l’esercito provoca 16 morti a Rafah con un raid
Esteri - di Redazione
Se le posizioni tra Hamas e il governo israeliano di Benjamin Netanyahu sembrano essere tornate a divergere a tal punto da rendere improbabile un accordo per un cessate il fuoco, con data chiave che a questo punto si sposta a martedì, è dagli Stati Uniti che arrivano le notizie più importanti per il conflitto in Medio Oriente.
Gli Usa bloccano un invio di armi ad Israele
L’indiscrezione pubblicata domenica da Axios, che citando due alti funzionari israeliani riferiva che l’amministrazione statunitense per la prima volta dal 7 ottobre scorso, giorno dell’attacco di Hamas, aveva bloccato un invio di armi ad Israele, è stata confermata dal Consiglio per la sicurezza nazionale americana.
“Gli Stati Uniti hanno donato miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza di Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre, hanno approvato il più grande stanziamento supplementare mai realizzato e hanno guidato una coalizione senza precedenti per difendere Israele dagli attacchi iraniani“, ha precisato un portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale sotttolineando che Washington continuerà “a fare ciò che è necessario per garantire che Israele possa difendersi dalle minacce“.
Prime evacuazioni a Rafah
Quanto alle questioni “di campo”, a Rafah continuano i raid aerei israeliani. Nella notte sedici persone sono rimaste uccise in un attacco aereo israeliano, come riferiscono fonti sanitarie e dei soccorsi di Gaza: a venire colpite due famiglie, con 7 morti nella prima e nove nella seconda. Secondo le fonti sanitarie sono stati due raid separati, in due luoghi diversi di Rafah: il campo profughi di Yebna e nei pressi di Al Salam.
Dai media israeliani, notizia poi confermata dall’esercito, è poi arrivata la notizia di una prima parziale evacuazione di Rafah, dove da mesi sono rifugiati 1,4 milioni di profughi palestinesi al confine con l’Egitto. L’IDF ha chiesto ai palestinesi di evacuare i quartieri orientali di Rafah, dove sono ospitate circa 250mila persone, secondo quanto riferito dal rappresentante della Mezzaluna Rossa Palestinese Ossama al-Kahlut: ai civili è stato chiesto di spostarsi in una zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis.
Il lancio di volantini
Operazione che secondo un portavoce dell’esercito è di “portata limita”. L’esercito israeliano sta anche lanciando volantini che invitano la popolazione a spostarsi verso le aree umanitarie allargate. I volantini hanno diversi colori e danno indicazioni ai civili su dove spostarsi. In quello rosso viene precisato che “l’Idf sta per operare con la forza contro le organizzazioni terroristiche nell’area in cui risiedono attualmente, come ha operato finora. Chiunque si trovi nella zona mette in pericolo se stesso e i propri familiari. Per la vostra sicurezza, evacuate immediatamente nell’area umanitaria ampliata di Al-Mawasi”. Il volantino blu, oltre alle indicazioni, aggiunge: “L’esercito israeliano continuerà a combattere le organizzazioni terroristiche che vi usano come scudi umani. Perciò: Gaza City è una pericolosa zona di combattimento; evitare di attraversare a nord di Wadi Gaza. È vietato avvicinarsi alle recinzioni di sicurezza est e sud“.
Via libera all’operazione su Rafah
Che Israele sia ormai pronto all’offensiva via terra è testimoniato anche dall’approvazione all’unanimità da parte del Gabinetto di guerra dell’operazione militare preparata dall’esercito. Secondo i media israeliani una volta evacuata la popolazione in un’azione definita dall’Idf “limitata e temporanea“, l’operazione militare dovrebbe cominciare entro pochi giorni.
Allo stesso tempo un alto funzionario israeliano, citato da Ynet, ha anche aggiunto che “se Hamas accetterà un accordo” i preparativi per l’attacco a Rafah “potrebbero essere fermati“, aggiungendo che “tutto è reversibile“.
Ordine di evacuare Rafah che per Hamas rappresenta una “pericolosa escalation che avrà delle conseguenze“, come riferito a Reuters da un funzionario del gruppo islamico radicale.