Il cantautore
Claudio Baglioni: “Quando litigai con De Gregori, tre giurie a Sanremo non hanno senso”
Quel dissing tra i due protagonisti della musica d'autore italiana. "Qualcuno disse di me, come di Battisti, che ero di estrema destra ma ho sempre votato nell’area progressista". L'addio alle scene nel 2016
Spettacoli - di Redazione Web
Prima di diventare amici Claudio Baglioni e Francesco De Gregori ebbero un battibecco: un dissing tra due dei protagonisti più amati della musica d’autore italiana. E tutto perché Il Principe disse in un’intervista a una rivista di voler “inquinare il mare tranquillo e tranquillizzante di Mino Reitano e Baglioni”. E questi allora gli rispose, su Sorrisi&Canzoni, “che neanche Buonanotte fiorellino era un inno rivoluzionario”. Seguirono il chiarimento, viaggi on the road e live improvvisati insieme. È soltanto uno degli aneddoti raccontati da Baglioni in una lunga intervista ad Aldo Cazzullo pubblicata su Il Corriere della Sera.
Baglioni ha ricordato la povertà della famiglia originaria dall’Umbria, del padre e della madre. Era figlio unico, l’infanzia a Centocelle, l’esordio in un concorso con Ogni volta di Paul Anka. “A 12 anni facevo il catechista ai bambini di sei. A 14 sentii la vocazione, insomma la chiamata, e pensai seriamente di farmi prete. Però la mamma, che pure era molto devota, non era convinta”. Gli amici che lo chiamavano “Agonia”, gli studi in architettura, la nascita di Signora Lia, nel ’68 guardato male sia da maoisti che da missini anche se oggi non gli dispiacciono i movimenti di protesta dei giovani.
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Baglioni e la politica
“Mi hanno affibbiato tutte le appartenenze. Finii per caso in un manifesto contro il divorzio, insieme con Al Bano, e passai per democristiano. Qualcuno disse di me, come di Battisti, che ero di estrema destra” ma “ho sempre votato nell’area progressista. Ma alle Europee penso di annullare la scheda. Non mi sento rappresentato da questa politica”. Baglioni ha raccontato di aver scritto Questo piccolo grande amore “come si scrive un testamento”. Prima di avere successo in Italia ebbe successo in Cecoslovacchia e Polonia. “Fu a Cracovia, dopo aver suonato il pianoforte all’aperto e aver passato la notte insonne, che sentii la mia vita sterzare e decisi di fare davvero questo lavoro”. Quando già la carriera era avviata un altro quasi dissing con Lucio Battisti, durante un viaggio negli Stati Uniti: “Il dirigente della Rca propose un brindisi: ‘Al nostro cantante che in Italia è primo in hit parade!’. Lucio pensò si riferisse a lui; invece, quella volta, ero io. Ci rimase malissimo”.
Sanremo e l’addio alle scene di Baglioni
L’anno prossimo La vita è adesso, il disco che conserva il record di copie vendute, quattro milioni e mezzo, compirà 40 anni. Baglioni è anche stato direttore artistico di due Festival di Sanremo, a sorpresa ha fatto un’osservazione critica verso il sistema di voto: “La verità è che non hanno senso tre giurie, in contrasto tra loro. Meglio una sola. O decide la giuria degli esperti, o decide la giuria popolare”. Il cantautore ha annunciato il ritiro dalle scene nel 2026: “Papà diceva che un pugile deve scendere dal ring da vincitore, non da suonato. E io ci tengo a essere un suonatore”.