I dati Ocse

Perché i salari sono più bassi di 30 anni fa: addio alla scala mobile e jobs act

Come si può correggere questo disastro? Primo, col referendum che cancelli il Jobs Act proposto dai sindacati. Secondo col salario minimo. Magari non a 9, ma a 10 o a 11 euro all’ora.

Editoriali - di Piero Sansonetti - 9 Maggio 2024

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Perché i salari sono più bassi di 30 anni fa: addio alla scala mobile e jobs act

Sono stati pubblicati i dati ufficiali dell’Ocse sui salari nei paesi europei. In 26 paesi europei, in misure molto differenti tra loro, i salari sono cresciuti rispetto ai salari degli anni 90. E questo era prevedibile. Esiste però un paese – un solo paese – dove i salari non sono cresciuti anzi si sono ridotti. Questo paese è l’Italia.

Unico paese ad avere ridotto il potere di acquisto. Oggi i salari italiani sono largamente al di sotto della media dei salari dei paesi europei. Sono in media inferiori circa del 20 per cento. Naturalmente questo dato è la fotografia più chiara e indiscutibile della natura del nostro capitalismo e dell’intensità dello sfruttamento.

Siccome non siamo un paese povero, anzi siamo la quarta potenza economica dell’Europa, è chiaro che il problema è la distribuzione della ricchezza e il rapporto tra profitti e salari. Quali sono gli elementi che hanno spinto in basso i salari, e quale potrebbero essere le contromisure immediate? Ci sono due cause evidenti.

La prima causa è l’abolizione della scala mobile all’inizio degli anni novanta, e dunque del meccanismo che produceva un aumento automatico dei salari, proporzionale all’inflazione. La seconda causa è il Jobs Act. Questi due momenti di rottura politica hanno inciso profondamente sull’economia italiana, penalizzando in modo clamoroso l’equilibrio e la giustizia sociale.

Anche perché hanno colpito al cuore la forza e l’autorevolezza dei sindacati, rendendo la contrattazione una partita tutta a favore dei datori di lavoro. Da questo punto di vista il Jobs Act ha avuto un impatto devastante.

Gli effetti della “licenziabilità facile” non si misura solo in termini di aumento o diminuzione dell’occupazione: la licenziabilità è uno strumento che per la sua sola esistenza indebolisce fino quasi ad annullare la forza contrattuale del dipendente.

Dicono i sostenitori del Jobs Act: ma l’occupazione non è diminuita. Già, sono diminuiti i salari. E’ rimasto uguale il numero degli occupati, o forse è cresciuto (per ragioni relative all’ andamento dell’economia internazionale), ma si è ridotto quasi del 25 per cento il monte salari da dividere tra questi lavoratori.

Mi spiego meglio: se facessimo una legge sul salario massimo, e cioè stabilissimo che il lavoro si paga al massimo 5 euro all’ora, certo l’occupazione crescerebbe. Ma anche la miseria. Come si può correggere questo disastro? Primo, col referendum che cancelli il Jobs Act proposto dai sindacati. Secondo col salario minimo. Magari non a 9, ma a 10 o a 11 euro all’ora.

9 Maggio 2024

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