Roccella insiste sulla censura: “Quegli studenti mi hanno impedito di parlare, il femminismo ai tempi miei era altro”
La ministra contestata: "Gridavano slogan a voce talmente alta, da femminista ho sempre difeso la legge 194". La richiesta di solidarietà da parte di scrittori considerati vicini alla sinistra come Scurati, Saviano, Lagioia e Valerio
News - di Redazione Web
“Se a me durante una manifestazione avessero dato la possibilità di dialogare con un ministro ci sarei andata di corsa”. Come era facile pronosticare, Eugenia Roccella grida alla censura e contemporaneamente rilascia un’intervista al primo quotidiano italiano dopo averla rilasciata alla striscia quotidiana di Bruno Vespa, 5 minuti, su Rai1. A Il Corriere della Sera la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità ha rilasciato un’intervista su quello che è successo ieri agli Stati Generali della Natalità, dov’è stata contestata da un gruppo di studenti che a suo dire non le avrebbero permesso di parlare, di fare il suo intervento, di dialogare con gli stessi studenti. “I ragazzi gridavano slogan a voce talmente alta. Hanno cominciato quando è iniziato il mio panel”.
La protesta era rivolta alle posizioni ultraconservatrici della ministra e del governo Meloni sul tema dell’aborto e sulla famiglia. “Giorgia Meloni ha ribadito fino alla nausea che non vuole cambiare la legge sull’aborto, e io non solo non ho nessuna volontà di farlo, ma non ne avrei nemmeno il potere, visto che dell’applicazione della legge 194 si occupa il ministero della Salute insieme alle Regioni”, aveva assicurato in un’intervista a La Stampa.
- Eugenia Roccella contestata: cos’è successo agli Stati Generali della Natalità, la protesta degli studenti contro la ministra
- Eugenia Roccella e il caso La Russa: “Non entro nelle reazioni di un padre”, scatta la contestazione
- La ministra Roccella: “Non esiste un’egemonia culturale della sinistra”
- La ministra Roccella contestata al Salone del Libro, blitz di femministe e ambientalisti: la destra chiede la ‘testa’ del direttore Lagioia
Ha scritto libro contro l’aborto e la procreazione medicalmente assistita. Ha parlato dell’aborto come il “lato oscuro del materno” e come di “un male necessario”. La legge che in Italia consente di interrompere una gravidanza, la 194, venne approvata nel 1978. Spesso non è applicata, considerato l’alto numero di medici obiettori di coscienza e per i limiti che dipendono dalla stessa legge. Il governo ha intanto inserito nel decreto per l’attuazione del Pnrr una norma che prevede la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori ai quali si rivolgono le donne che intendono abortire – come già succedeva in alcune Regioni.
Roccella denuncia la censura
“La discriminante è la parola. Se mi impedisci di parlare mi censuri. Se contesti e dialoghi è diverso, anche se usi toni alti. Ho fatto tante manifestazioni, ma mai ho impedito a qualcuno di parlare”, ha dichiarato nell’intervista la ministra. “Limitazione della libertà civile di espressione del pensiero – si legge sull’enciclopedia Treccani alla voce “censura” – , disposta per la tutela di un interesse pubblico e attuata mediante l’esame, da parte di un’autorità, di scritti o giornali da stamparsi, di manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, di opere teatrali o pellicole da rappresentare, di siti Internet, con lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione”. La contestazione è stata condotta da un gruppo di studenti: non da un’autorità, non sono un’istituzione.
Il femminismo di Roccella
Roccella ha anche ricordato come da femminista abbia sempre difeso la legge 194 e di come le femministe negli anni Settanta vivessero un tipo di attivismo trasversale e di come parlassero di maternità come libera scelta. Nessuna differenza però per Roccella rispetto alla visione delle femministe di oggi, “perché da una parte c’è l’accesso alla possibilità di interrompere la gravidanza e dall’altra anche la libertà di fare figli se si vogliono figli. E quindi avere una serie di sostegni e possibilità. Non è che si possono fare figli solo se si è ricchi. Penso che rispetto al passato c’è meno chiarezza concettuale”. A Roccella ha espresso la sua solidarietà anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un comunicato e con una telefonata. La ministra però insiste: vorrebbe sentire la solidarietà di scrittori considerati vicini al centrosinistra come Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia e Chiara Valerio.