Non l’ho conosciuta personalmente. Però l’ho sentita cantare decine di volte. Da sola, con de Gregori, con altri artisti. le canzoni che mi riportano agli anni feroci e molto belli, nei quali la politica era discussioni, letture, cortei, strategie e canzoni.
Me la ricordo, soprattutto, quando ero ragazzino ragazzino, quando cantava quella canzone di Paolo Pietrangeli che per me, ormai vecchio vecchio, resta la canzone di lotta più bella: “Contessa”.
Era la canzone che prese per mano noi giovanotti borghesi e ci portò in un luogo dove si faceva a pezzi il conformismo e si apprezza l’idea-motore della politica: saper provocare. Allora ci chiamavamo compagni. E Giovanna Marini era la compagna Marini. Oggi, se pronuncio la parola compagna penso a lei. Ci lascia idee e emozioni.