"Nausea e riconciliazione"

Roberto Saviano: “Gomorra? Non lo riscriverei, farei tutt’altra cosa. Quel libro mi ha distrutto la vita”

Lo scrittore napoletano: "Non lo tengo neanche in casa, nessuno poteva immaginare una conseguenza così". Lo scrittore ha prestato la sua voce alla versione audiolibro dell'opera che gli ha cambiato la vita

Cultura - di Redazione Web

13 Maggio 2024 alle 13:01 - Ultimo agg. 13 Maggio 2024 alle 13:54

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Roberto Saviano durante la 36esima edizione del Salone del Libro a Torino, Italia – Cronaca – Venerdi 10 Maggio 2024 – ( Photo Alberto Gandolfo / LaPresse ) Roberto Saviano during the 36th edition of the Book Fair in Turin, Italy – Friday, May 4, 2024 – News – ( Photo Alberto Gandolfo / LaPresse )
Roberto Saviano durante la 36esima edizione del Salone del Libro a Torino, Italia – Cronaca – Venerdi 10 Maggio 2024 – ( Photo Alberto Gandolfo / LaPresse ) Roberto Saviano during the 36th edition of the Book Fair in Turin, Italy – Friday, May 4, 2024 – News – ( Photo Alberto Gandolfo / LaPresse )

A dieci anni dall’esordio di Gomorra, la serie tv ispirata dal romanzo no fiction omonimo di Roberto Saviano, lo scrittore napoletano ha dichiarato che non scriverebbe più quel libro – almeno non così – il libro che lo ha portato a vivere da anni sotto scorta. “Se tornassi indietro, farei tutt’altra cosa. Dovevo farlo con più prudenza. Potevo farlo dando meno spazio all’aspetto d’inchiesta, ma più a quello letterario, culturale”, ha detto all’ANSA parlando della versione audiolibro che dal 5 maggio è disponibile in esclusiva su Audible.  Ha approfittato anche per replicare a chi lo accusò di mettere Napoli in cattiva luce: “Le conseguenze della luce e del dibattito sono evidenti: da Napoli città di guerra a Napoli città del turismo. Tutti quelli che mi hanno accusato di aver diffamato la città hanno oggi la prova di aver detto una cazzata”.

Saviano ha scelto di leggere lui il suo libro per il prodotto Audible. “Potevo farlo leggere a un attore e invece volevo passare per questa tortura. Tornare nel luogo e nello spazio che tanto mi aveva determinato e che mi ha così devastato. Io e Gomorra siamo indissolubilmente legati. Per anni ho cercato invece di slegarmi, ma mai davvero. È un’ossessione lo studio di queste dinamiche e potere”. Il libro dello scrittore fu un instant cult, un successo immediato in termini di vendite e di riscontro presso il pubblico, di feedback e dibattito. Chiave del successo, secondo lo scrittore, lo stile ibrido della narrazione. Il regista Matteo Garrone ne trasse un film omonimo. Dal 2014 la serie tv che fece esplodere definitivamente il prodotto, un prodotto che ha segnato tra l’altro un prima e un dopo la serialità in Italia.

 

 

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“Ho provato tutte le emozioni possibili, dalla nausea all’odio vero, alla nostalgia, al rinnovo del dolore che avevo provato, poi alla riconciliazione, forse, non ne sono ancora sicuro. Leggerlo ha significato ritrovarlo, non solo subirlo questo libro, non l’ho mai fatto in tutti questi anni. Non lo tengo neanche in casa. Mi ha distrutto la vita. Era impensabile, nessuno poteva immaginare una conseguenza così, non stava dentro il novero delle possibilità razionali che un libro potesse generare una dinamica così feroce di attacco. Ma è dovuto anche il fatto che il mondo di cui parlavo non aveva mai avuto una luce di questo tipo”.

Gomorra e Napoli

Saviano si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: ha approfittato per ribadire la funzione e l’utilità del racconto per le comunità per quella che è la sua idea. “Oggi è la città con più B&B in Italia, più di Venezia. Questo significa che se io la avessi davvero diffamata da Napoli le persone scapperebbero o sarebbero diffidenti e invece c’è la corsa a viverci. Questo perchè? Perché quando tu accendi una luce di comprensione non devi mai temere di mostrare l’orrore, la ferita, la contraddizione. Ciò che si apre alla comprensione attrae”.

Saviano con Salman Rushdie al Salone del Libro di Torino

Al Salone Internazionale del Libro di Torino Saviano ha partecipato all’incontro pubblico con Salman Rushdie, che lo aveva difeso nel processo che lo vede denunciato dalla Presidente Giorgia Meloni. “Quanti anni son passati da questa foto, che dono Salman averti come fratello in questo labirinto”, aveva scritto prima dell’incontro con lo scrittore anglo-indiano destinatario di una fatwa di condanna a morte da parte delle autorità iraniane e accoltellato a un incontro pubblico nello Stato di New York nell’estate del 2022. Rushdie ha appena pubblicato Coltelli, un memoir sull’aggressione sofferta due anni fa. “Ecco la mia espressione quando per un attimo scavalco la diga della diffidenza e incontro sguardi. Grato per ogni parola, per ogni incontro, per ogni stretta di mano, per ogni risata, per ogni abbraccio, per le piantine, la cioccolata di modica, i biscotti, i profumi, e per ogni traccia di bene che mi è stato donato”.

 

 

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13 Maggio 2024

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