Le indicazioni dell'autorità
Duello tv Meloni-Schlein, l’Agcom complica i piani: legittimo se lo accetta la maggioranza dei leader
L’obiettivo di Giorgia Meloni ed Elly Schlein di personalizzare in uno scontro “uno contro uno” le prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, anche attraverso l’atteso duello tv che sarà ospitato da Bruno Vespa a ‘Porta a Porta’ su Rai1 il prossimo giovedì 23 maggio, si complica.
Colpa del pronunciamento arrivato mercoledì dall’Agcom, che ha fornito le sue indicazioni dopo le richieste di parere inviate dalla Rai, dalla presidente della Vigilanza Rai Barbara Floridia e da Michele Santoro, il giornalista e frontman della lista ‘Pace Terra Dignità’.
Secondo l’authority sui confronti televisivi in trasmissioni di informazione giornalistica tra esponenti politici in vista delle elezioni Europee, il format deve essere “accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento”.
“La disciplina sulla par condicio – spiega l’autorità garante – prevede che qualora la Rai o le emittenti nazionali private intendano trasmettere trasmissioni dedicate al confronto “devono assicurare una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti, oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto“.
“Occorre quindi valutare la sussistenza del rispetto del principio di parità di trattamento – prosegue Agcom -, in funzione delle modalità di esecuzione e collocazione delle trasmissioni. Nel caso specifico, la parità di trattamento può essere garantita dall’offerta a tutti i soggetti politici della medesima opportunità di confronto”.
In sostanza sia il duello tv Meloni-Schlein da Vespa, sia l’idea proposta dal direttore del tg di La7 Enrico Mentana di un doppio confronto tra le liste minori il 5 giugno e tra le liste maggiori il 6 giugno, sarebbero realizzabili.
Quello che è necessario, secondo l’Agcom, è che il ciclo metta di fronte almeno sei leader, essendo undici i gruppi in Parlamento in quanto è necessario garantire parità di trattamento offrendo “a tutti i soggetti politici la medesima opportunità di confronto“.