L'Ente che fa capo a Salvini
L’Enac si scaglia contro gli aerei delle Ong: “Basta voli, evitano i morti”
La decisione dell’Enac (che fa capo al ministero di Salvini) di bloccare gli aerei che avvistano i naufraghi ha due scopi: evitare i salvataggi e nascondere (e favorire) i soprusi di libici e tunisini
Cronaca - di Sarita Fratini
L’acqua da bere era finita da almeno un giorno, anche quelle ultime sette bottigliette che di comune accordo, su proposta del minorenne Cris, avevano lasciato alle ragazze. Alla deriva ormai da due giorni nella zona di ricerca e soccorso di Malta, la speranza di sopravvivere si stava affievolendo nell’animo di 63 ragazzi e ragazze dell’Eritrea, quasi o appena maggiorenni, fuggiti dalla Libia su una barca di legno.
Poi lo videro in cielo: un piccolo aereo bianco chiamato Moonbird, appartenente all’organizzazione umanitaria Sea Watch. Si avvicinò, li sorvolò, li fotografò e la speranza tornò. Era il 16 luglio 2020 e la foto scattata da Moonbird scosse l’opinione pubblica e fu cruciale per convincere l’ignava marina maltese ad andare a soccorrere la barca.
Un anno dopo, il 14 giugno 2021, il secondo aereo di Sea Watch, Seabird, riprese e fotografò Marc e altri ragazzi sudanesi durante il respingimento illegale in Libia che stavano subendo: la nave commerciale Vos Triton li prese a bordo in acque internazionali e poi li cedette ai miliziani libici della motovedetta Zawiya per la deportazione nel lager libico di Gharian.
Oggi Marc e altri compagni stanno facendo causa alla compagnia di navigazione Vroon Italia, proprietaria della Vos Triton, e al governo italiano che avrebbe diretto il respingimento illegale. Come unica prova della loro presenza a bordo hanno le immagini riprese da Seabird.
Questo fanno da anni i 3 aerei della Flotta Civile (Seabird, Moonbird e Colibrì) nel Mediterraneo centrale: salvaguardano la vita, salvaguardano i diritti. Non pare d’accordo l’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile sottoposto al controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti retto da Matteo Salvini.
Con una serie di ordinanze emesse il 6 e 7 maggio 2024 ha interdetto tutti gli aeroporti siciliani a “chiunque effettua attività in ambito Search and Rescue al di fuori delle previsioni del quadro normativo vigente”. Pena: sanzioni e sequestri. Le ordinanze dell’ENAC si appellano alle norme della convenzione di Amburgo per ricerca ed il salvataggio marittimo ma accusano gli aerei della flotta civile di violarle.
Citano generiche “segnalazioni trasmesse dalla predetta Autorità marittima circa le reiterate attività effettuata da velivoli e natanti, riconducibili alla proprietà di Soggetti anche extra U/E, che si traduce nel prelievo – da imbarcazioni di fortuna – di persone migranti provenienti da rotte nordafricane” e “indebite azioni di intervento che rischiano di compromettere l’incolumità delle persone migranti non assistite secondo i protocolli vigenti ed approvati dall’Autorità marittima”.
Le insinuazioni sono vaghe, addirittura fantasiose, ma le parole usate sono chiare – “prelievo” invece che soccorso – e tutte ancora intrise di quella falsa retorica dei “taxi del mare” ormai sbugiardata in Tribunale con la sentenza definitiva del caso Iuventa ma ancora evidentemente in voga nei corridoi di qualche sede di partito.
L’avvocata Lucia Gennari di ASGI definisce il provvedimento di ENAC “caratterizzato da un forte connotato politico e contraddittorio e vago dal punto di vista giuridico”. Proibire ad un comandante (di nave o aereo è lo stesso) di prestare assistenza a chi si trova a bordo di un’ “imbarcazione di fortuna”, segnalandone la posizione alle autorità preposte al coordinamento delle attività SAR e alle navi presenti in zona, significa proibire lo svolgimento di azioni che sono doverose proprio sulla base delle convenzioni citate da ENAC.
Non è nemmeno chiaro sulla base di quali norme dovrebbero essere sanzionati e fermati in via “amministrativa” i velivoli che svolgerebbero attività SAR “fuori dal quadro normativo” e nemmeno da quali autorità. Tutta da chiarire anche l’effettiva titolarità di ENAC del potere di emettere simili circolari, fa notare Lucia Gennari.
Non è la prima volta che il governo italiano tenta di lasciare a terra gli aerei delle ONG. Accadde anche ad agosto 2019, alla fine del governo Conte I, con Salvini al ministero dell’Interno: l’ENAC allora vietò agli aerei Moonbird e Colibrì di decollare dagli aeroporti italiani perché a suo parere le norme nazionali imponevano che quei velivoli potessero essere usati “solo per attività ricreative e non professionali”.
Nel frattempo, oggi, dall’aeroporto di Lampedusa decollano liberamente diversi aerei spia di Frontex più volte accusati di trasmettere alle milizie libiche le coordinate delle barche in fuga dalla Libia e di coordinare illegalmente respingimenti di persone migranti dalle acque internazionali ai lager libici. Sconvolge vedere Eagle 1, l’aereo spia di Frontex coinvolto nella strage di Cutro, pattugliare quasi quotidianamente le acque internazionali di fronte a Tunisia e Libia.