Oggi la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha organizzato, in tutta Italia, mobilitazioni per accendere un faro sulle problematiche del carcere. Ne parliamo con l’ex capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, attualmente garante regionale della Sicilia.
Tra le proposte lanciate nell’appello della Conferenza quale ritiene sia quelle più importante?
La prima, ossia la proposta di legge Giachetti-Bernardini sulla liberazione anticipata speciale. Si tratta di una previsione ragionevole per una deflazione immediata del sovraffollamento. Non vi sono alternative ad essa, perché le altre soluzioni messe in campo sono poco praticabili e necessitano di tempi lunghi.
Invece il Ministro Nordio sostiene che questa soluzione sia una amnistia mascherata perché ci sarebbe un automatismo nel concedere i giorni di liberazione ai detenuti.
Non è così. Ne potranno beneficiare solo coloro che hanno avuto una regolare condotta e che abbiano partecipato all’opera di rieducazione. Bisogna patire una pena detentiva per comprendere quanto sia difficile trascorrere lunghi periodi detentivi senza incorrere in infrazioni e partecipare all’opera di rieducazione. Le offerte trattamentali sono quanto mai povere. Per altro verso non è un beneficio che si regala ma esso ha un effetto compensativo delle pene afflittive aggiuntive che purtroppo si patiscono all’interno delle carceri. Oggi l’esecuzione penale detentiva è incostituzionale perché non invera la finalità dell’articolo 27 della Costituzione. Inoltre è illegale perché viola l’ordinamento penitenziario, in vigore da quasi mezzo secolo. Cito ad esempio l’art. 6: l’ambiente destinato ai detenuti, come pure quelle che vengono chiamate ‘stanze per il pernottamento’, dovrebbe essere riscaldato ma in Sicilia quasi tutti gli istituti penitenziari durante il periodo invernale sono privi di riscaldamento. Proprio qualche giorno fa sono stato in visita al carcere Pagliarelli: un detenuto relativamente giovane mi ha detto che si è prenotato una visita medica perché in carcere ha contratto una forma di artrite reumatoide alle dita della mano. Questa, come altre, credo che siano pene addizionali abbastanza gravi per le quali è giusta una retribuzione quale la riduzione della pena detentiva.
Alcuni magistrati e il Fatto Quotidiano invece hanno lanciato un allarme per cui a causa di questa proposta usciranno pericolosi boss. Lei che pensa?
Io credo che bisogna fare bene i conti matematici. Intanto non va calcolata la liberazione anticipata che ordinariamente si concede ai detenuti che ne sono meritevoli. Si dovrebbe soltanto calcolare il beneficio aggiuntivo: esso può essere al massimo di due mesi all’anno. Quindi, per uscire anticipatamente un anno prima, il detenuto dovrà avere scontato sei anni di pena effettiva con una regolarità di condotta e con la partecipazione a forme di rieducazione. Se uscire un anno prima, dopo aver espiato sei anni di pena correttamente, dando prova di potersi reinserire nell’ambiente sociale, costituisce un rischio per la collettività ditemi voi!
L’appello e l’iniziativa dei Garanti hanno anche lo scopo di non spegnere l’attenzione sui suicidi. L’ultimo due giorni fa nel carcere di Parma. Il Guardasigilli ha parlato di fardello ma come evento inevitabile.
In questo ultimo periodo il numero dei suicidi ha raggiunto delle quote di enorme e di terribile allarme. Mi rattrista pure la circostanza che i suicidi siano aumentati nell’ambito del corpo di polizia penitenziaria. Ciò denuncia un disagio anche degli operatori nel lavorare all’interno di strutture che hanno situazioni di crisi abbastanza gravi. Dire che i suicidi siano un fardello inevitabile mi pare eccessivo. Io credo che bisogna assumere dei rimedi immediati.
Nordio propone di rimodulare a affievolire la pena per i detenuti condannati per reati minori e per quelli tossicodipendenti, facendoli ospitare dalle comunità.
Significa scrivere un libro dei sogni: queste case di accoglienza non esistono e poi bisogna vedere come si gestiscono. Io sono molto preoccupato che le risorse vadano a beneficio di soggetti terzi che farebbero solo finta di prendersi in carico i reclusi. Le risorse devono andare invece a diretto beneficio delle persone che devono essere reinserite. Parliamo piuttosto di corsi di formazione e di lavoro per i detenuti dentro gli istituti di pena.