Parla l'attivista
Ilaria Salis, la prima intervista da candidata alle Europee: “Se eletta mi occuperò dei diritti dei detenuti”
Parla dalla sua cella nel carcere di Budapest, dove è rinchiusa da 15 mesi in regime di massima sicurezza e dove rischia una condanna fino a 20 anni.
Ilaria Salis, la 39enne attivista milanese accusata dalla giustizia ungherese di aver aggredito dei militanti neonazisti nel febbraio dello scorso anno in occasione della “Giornata dell’onore” (festa che celebra il battaglione nazista che nel 1945 tentò di impedire all’Armata Rossa di assediare Budapest), è oggi candidata alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, capolista nella circoscrizione Nord-Ovest da AVS, l’Alleanza Verdi-Sinistra.
Nei giorni scorsi ha finalmente ottenuto gli arresti domiciliari a Budapest: uscirà dal carcere la prossima settimana col pagamento della cauzione e l’uso di un braccialetto elettronico.
La prima intervista a Ilaria arriva grazie a La Stampa, che ha fatto pervenire le domande tramite il padre Roberto. Salis infatti non può ricevere visite, non ha diritto a leggere i giornali, non ha accesso a Internet. Ad alcune domande ha risposto, ad altre no perché “ha paura, per la sua incolumità fisica e per il suo destino processuale“, racconta il padre.
Ilaria Salis: alle Europee per i diritti dei detenuti
Al quotidiano di Torino Ilaria racconta di sentirsi “vittima di un’ingiustizia” e reclama un “processo in cui mi siano garantiti i diritti fondamentali”. D’altra parte la 39enne dice di sapere di “essere dalla parte giusta della Storia”, e che ha scelto di candidarsi alle Europee con Alleanza Verdi-Sinistra perché “voglio trasformare questa mia vicenda in qualcosa di costruttivo non solo per me. Vorrei potermi dedicare a una cosa che mi sta molto a cuore: la tutela dei diritti umani. La mia situazione giudiziaria non può e non deve essere pregiudicata o aggravata dalle mie posizioni politiche. Non è mia intenzione sottrarmi, ma difendermi all’interno di un processo in cui siano garantiti i diritti fondamentali, il principio di proporzionalità e la presunzione di innocenza“.
Alla domanda se si sia sentita sostenuta dal governo “preferisco non rispondere“. Ha pesato la vicinanza tra alcuni partiti di maggioranza e Orban? “Anche in questo caso preferisco non dire niente“. “Se sarò eletta farò in modo che chi si trova in situazioni di ingiustizia come la mia non sia lasciato solo. Credo sia importante dare visibilità e voce al mondo delle carceri. Voglio dedicarmi a sostenere uomini, donne e bambini vittime di ingiustizie, sfruttamento, violenze, guerra, povertà e discriminazioni“.
Le proteste pro-Gaza
Quanto ai temi di attualità, come le proteste pro-Gaza nelle piazze e nelle università, “ho visto le immagini delle proteste nei telegiornali ungheresi. È rincuorante che gli studenti non siano rimasti in silenzio davanti al massacro quotidiano di civili, la fame e le bombe che si abbattono sulla striscia di Gaza. Da insegnante credo che la formazione di una persona non si esaurisca nello studio. Il contributo dei giovani e la loro partecipazione politica sono particolarmente preziosi“.
Il giorno in cui uscirà dal carcere, annuncia quindi Salis, ”per prima cosa abbraccerò finalmente le persone a cui voglio bene. Poi mangerò una pizza”.