Lascia il carcere di Firenze
Verdini lascia il carcere di Solliciano, l’ex senatore trasferito al centro clinico di Pisa per motivi di salute
Cronaca - di Redazione
Denis Verdini, il 73enne ex senatore di Forza Italia e ALA, ha lasciato il carcere fiorentino di Sollicciano. Un trasferimento presso il centro clinico del carcere di Pisa avvenuto alcune settimane fa ma emerso solamente domenica: dietro il trasferimento nel centro clinico pisano ci sono le condizioni di salute dell’ex parlamentare, giudicate incompatibili – secondo l’avvocato Marco Rocchi – con la detenzione carceraria.
Verdini deve scontare un cumulo di pena per alcune condanne per bancarotta fino al 2032. In particolare stava scontando dal 2021, agli arresti domiciliari per motivi di salute, la condanna definitiva a 6 anni per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.
Il giudice di sorveglianza ha nominato un perito che sta valutando se effettivamente la detenzione a Sollicciano sia incompatibile con le condizioni di salute di Verdini: il 30 maggio è fissata l’udienza davanti al giudice del tribunale di sorveglianza di Firenze.
Verdini e la revoca dei domiciliari per l’inchiesta Anas
Come ricostruisce l’Ansa, Verdini dopo la sentenza di Cassazione si era costituito il 3 novembre 2020, nel carcere di Rebibbia a Roma. Nel gennaio 2021 aveva ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid in carcere, scelta poi confermata dal Tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio 2021 per motivi di età.
I problemi per Verdini erano però riemersi lo scorso febbraio, quando gli era stata revocata la detenzione domiciliare per aver violato le prescrizioni imposte dallo stesso tribunale di sorveglianza: i magistrati avevano accertato la sua presenza a tre cene in ristoranti di Roma, dove era stato autorizzato ad andare per visite dal dentista di fiducia pernottando anche a casa del figlio Tommaso.
L’appuntamento dal medico sarebbe stata l’occasione, secondo i giudici di Sorveglianza, per incontrare politici, imprenditori e dirigenti pubblici. Verdini non sapeva però che la Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Roma, stava indagando sulle commesse bandite dall’Anas e in cui sono coinvolti anche Denis Verdini e il figlio Tommaso, che lo scorso marzo ha chiesto il patteggiamento a 2 anni e 10 mesi nell’ambito dell’inchiesta in cui si procede per corruzione e turbativa d’asta.