La legge Ue pro Lgbt

Alessandra Mussolini è l’anti-Roccella: “Basta con la morbosità verso il sesso…”

L'arcobaleno fa arrossire i destri. Indignata perché l’Italia non ha sottoscritto la legge Ue pro Lgbt, la nipote del duce è da applausi: “Mi auguro fortemente che il governo ci ripensi e firmi la dichiarazione”

Politica - di Fulvio Abbate - 21 Maggio 2024

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Alessandra Mussolini è l’anti-Roccella: “Basta con la morbosità verso il sesso…”

Se non è ancora accaduto, dopo queste sue parole limpide e soprattutto determinate in difesa della libertà sessuale individuale Alessandra Mussolini potrà figurare, magari in forma di polena vivente arcobaleno, sui sound system semoventi d’ogni gay pride a venire; il suo brano “Tokio Fantasy”, perché no, diffuso a palla insieme alla techno.

“Basta con quest’atteggiamento morboso nei confronti della sessualità, non se ne può più. La scelta di non aderire al documento – (pro-Lgbtqia+, s’intende) – non fa bene a un Paese civile come il nostro. La firma non sarebbe stato un atto di coraggio, ma semplicemente di giustizia”, così Alessandra M., attualmente europarlamentare dell’anodina Forza Italia.

E ancora, rincarando: “Si crea un’atmosfera di ostilità che può ferire forse non gli adulti ma tanti ragazzi che vivono una situazione di disagio, anche familiare. Mi auguro fortemente che il governo ci ripensi e firmi la dichiarazione”.

Sull’ambiguità della ministra Roccella, femminista ormai solo “a titolo personale”, contraria al concetto di identità di genere, Mussolini non sente ragioni: “Esistono così tante sfumature, non dobbiamo sempre catalogare, cristallizzare, etichettare. Le leggi devono essere elastiche, lo Stato dev’essere inclusivo e aiutare. Ho rifiutato tutti i documenti del Parlamento europeo in cui si richiedeva obbligatoriamente di qualificarsi uomo o donna, senza alternativa per chi non volesse specificare. Bisogna bandire quest’ossessione per la sessualità come se ci fosse sempre di mezzo il peccato. Mi ha confortato quello che ha detto Tajani: sui diritti non si arretra. Questi temi non possono essere utilizzati strumentalmente in campagna elettorale”.

E ancora, la nipote del duce e di Sophia Loren, ha modo di rimarcare la propria vivace alterità: “Forza Italia è nei Popolari europei, che su questi temi hanno sempre avuto una visione aperta e laica. Sugli altri non mi esprimo. Ma altrimenti saremmo tutti uguali”.

Un distinguo davanti a ogni possibile tentazione di pensiero regressivo, forse perfino sessuofobicamente fascista, così come si manifesta nei contesti politico-condominiali limitrofi di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini.

Raccontava a noi personalmente Giò Stajano, meglio, la contessa Maria Gioacchina Stajano Starace Briganti di Panico, nipote di Achille Starace, orgogliosamente transessuale già in tempi di rotocalchi, (di sé infatti affermava: “Ho aperto io le porte agli omosessuali. Sono stato il primo omosessuale dichiarato in Italia”) la risposta che Mussolini avrebbe dato al capo della polizia Arturo Bocchini sul bisogno di inasprire le pene per gli “invertiti”, come usava dire allora: “Ma in Italia non ci sono omosessuali!”.

Ignoriamo se Alessandra Mussolini sia mai venuta a conoscenza di queste parole, destinate alla rimozione del “problema”, attribuite proprio a suo nonno, il duce che Carlo Emilio Gadda, in Eros e Priapo, cataloga come “il Culone in cavallo, il Primo Maresciallo del Cacchio, il Mascelluto, il Gaglioffo ipocalcico, il Gran Cacchio, il Fava, il Maccherone Ingrognato…”.

Osservata nel presente, l’ormai “elastica” Alessandra Mussolini, a dispetto d’ogni stigma trascorso – “Meglio fascista che frocio!” rivolto, era il 2006, alla collega Vladimir Luxuria durante una puntata di “Porta a Porta”, c’è modo di apprezzarla scenograficamente nelle foto apparse tempo addietro su Chi, organo ufficiale del diportismo feriale berlusconiano: abbigliamento arcobaleno già a sostegno del DDL Zan, e ora a corredo del suo dissociarsi dalle perplessità della femminista prestata alla destra Eugenia Roccella.

Il passo finale, vedere, appunto, Alessandra Mussolini trasfigurata in polena sul carro festante del Circolo “Mario Mieli”, ispirato all’autore de “La Traviata Norma ovvero: vaffanculo… ebbene sì!”, si intuisce prossimo, un record di consapevolezza civile raggiunta, impagabile, da affiancare al costo esorbitante del suo disco, il già citato “Tokio Fantasy” del 1982, interpretato addirittura in lingua nipponica, sogno proibito d’ogni collezionista di vinili.

21 Maggio 2024

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