Furia Tel Aviv
Spagna, Irlanda e Norvegia riconoscono la Palestina: “Netanyahu non ha un progetto di pace”, e Israele ritira gli ambasciatori
Sánchez: "Non è contro Israele, non è contro gli ebrei e non è a favore di Hamas. È a favore della pace e della convivenza". Gantz: "Parata della stupidità, andremo fino in fondo a Rafah"
Esteri - di Redazione Web
Ad annuncialo i premier di Spagna, Norvegia e Irlanda: Pedro Sánchez, Jonas Gahr Store e Simon Harris hanno annunciato che il prossimo 28 maggio i Paesi di cui guidano i governi riconosceranno lo Stato Palestinese. Al momento sono 142 i Paesi che hanno riconosciuto lo Stato. Immediate la reazioni. Israele ha richiamato immediatamente in patria gli ambasciatori in Irlanda, Norvegia e Spagna. Il ministro Israel Katz ha commentato: “Irlanda e Norvegia intendono inviare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga. La parata della stupidità irlandese-norvegese non ci scoraggia, siamo determinati a raggiungere i nostri obiettivi: restituire la sicurezza ai nostri cittadini con la rimozione di Hamas e il ritorno dei rapiti. Non esistono obiettivi più giusti di questi”. Allo stesso tempo Hamas si è intestato i riconoscimenti: merito della “coraggiosa resistenza palestinese”.
A oggi sono quasi due terzi degli Stati membri delle Nazioni Unite quelli che riconoscono lo Stato di Palestina. Si tratta di gran parte degli Stati dell’America Latina, dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale. Il Parlamento Europeo in passato aveva approvato una risoluzione in cui sosteneva uno Stato palestinese sulla base dei confini del 1967, quelli tracciati dopo la guerra del 1948 seguita alla dichiarazione di indipendenza di Israele, prima della Guerra dei Sei Giorni. Soltanto nove dei 27 Paesi membri dell’UE hanno accettato la proposta – Bulgaria, Cipro, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Svezia e Ungheria.
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Chi ha riconosciuto la Palestina
La Svezia ha riconosciuto la Palestina nel 2014, quando già era entrata nell’Unione. Altri Paesi come Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania e Bulgaria lo avevano fatto prima dell’ingresso. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2012 aveva promosso la Palestina da “entità non statuale a “stato osservatore non membro”. La proposta aveva raccolto 138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti. L’Italia si dichiarò favorevole. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani – dopo le decisioni di Spagna, Irlanda e Norvegia – si é detto favorevole a uno Stato palestinese se non guidato da Hamas.
Lo scorso 10 maggio l’Assemblea delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione che afferma che la Palestina è “qualificata a diventare Stato membro” con 143 voti a favore, 25 astenuti (compresa l’Italia) e nove contrari tra cui gli Stati Uniti. Paesi come Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Italia intrattengono relazioni diplomatiche con l’Autorità Nazionale Palestinese pur senza riconoscimento. Il riconoscimento dello Stato palestinese ‘non è un tabù’ ma ora non è il momento giusto, ha detto il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, in una dichiarazione all’agenzia Afp.
Perché riconoscere la Palestina
Il primo ministro spagnolo Sánchez ha annunciato in Parlamento che il riconoscimento sarà formalizzato il 28 maggio. “Questo riconoscimento non è contro Israele, non è contro gli ebrei e non è a favore di Hamas. Questo riconoscimento non è contro nessuno, è a favore della pace e della convivenza. Se mi è chiara qualcosa, è che il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha un progetto di pace per la Palestina. Combattere contro Hamas dopo quello che è successo lo scorso 7 di ottobre ma Netanyahu sta generando tanto dolore e tanta distruzione e rancore a Gaza e nel resto della Palestina”.
Sánchez è intervenuto durante l’audizione al Congresso dove ha riferito sulla situazione a Gaza e sulle accuse mosse alla moglie che gli avevano fatto ipotizzare le dimissioni. Il premier spagnolo ha precisato che la decisione è scaturita dagli alleati di governo PSOE e Sumar. “Non ci sarà pace in Medio Oriente senza una soluzione a due Stati. Non può esserci una soluzione a due Stati senza uno Stato palestinese. In altre parole, uno Stato palestinese è un prerequisito per raggiungere la pace in Medio Oriente”, ha sintetizzato in un comunicato il governo di Oslo. Anche la Slovenia ha avviato la procedura parlamentare per il riconoscimento della Palestina, dovrebbe essere formalizzato a metà giugno.
Le reazioni ai riconoscimenti della Palestina
E se la Lega Araba – “Saluto e ringrazio i tre Paesi per questo passo che li pone dalla parte giusta della storia in questo conflitto” –, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) – “storico riconoscimento” – e la Turchia – “un passo estremamente importante per ripristinare i diritti usurpati” – plaudono alle decisioni, Israele reagisce con veemenza. “Un premio a Nukhba, gli assassini e violentatori”, ha detto il ministro israeliano della Sicurezza, e leader della destra radicale, Itamar Ben Gvir durante la sua prima visita al Monte del Tempio di Gerusalemme dall’inizio della guerra. “Per distruggere Hamas dobbiamo andare a fino in fondo a Rafah”.