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Far pagare gli evasori è roba da comunisti: salta il redditometro, l’Italia salva dal Grande Fratello

Far pagare gli evasori è roba da comunisti: salta il redditometro, l’Italia salva dal Grande Fratello

All’improvviso, non si sa bene da dove, è uscita fuori a poco più di due settimane dalle elezioni l’idea di riesumare il redditometro.

Il redditometro, come sapete, è una cosa orrenda: un metodo per provare a scoprire gli evasori fiscali. Che in questo paese non sono tantissimi, sono pochi milioni ed evadono neanche 150 miliardi all’anno.

È vero che se li scoprissimo e gli facessimo pagare le tasse si risolverebbero tutti i problemi economici dello Stato e in breve tempo si azzererebbero i debiti pubblici; però, francamente, che lo Stato si metta a frugare di qua e di là per scoprire se è vero che una persona che possiede due Ferrari (auto, non spumante) un panfilo da 30 metri, una decina di palazzi in centro a Milano e tre a Cortina, e va a cena tutte le sere nel ristorante più lussuoso di Montecarlo, e dice di guadagnare solo 800 euro al mese, è una cosa un po’ indecorosa.

Ma davvero vogliamo finire nel Grande Fratello? Se quello ti dice che guadagna solo 800 euro al mese, diobuono, devi fidarti. Vuol dire che è un tipo che sa usare bene i suoi soldi, e magari poi risparmia sulle sigarette e sui parcheggi, e sulle bibite gassate. Comunque tranquilli.

L’idea era venuta al viceministro Leo, che è un tipo stravagante convinto che lo hanno messo lì per controllare i conti dello Stato. Che scemo! Salvini e Tajani gli son saltati subito addosso. E Meloni ha giurato che non se ne farà niente. Beh, meno male, dai: restiamo un paese libero.