Per la prima volta nell’aula di tribunale di Budapest, in Ungheria, senza manette e catene alle caviglie. Così Ilaria Salis è apparsa questa mattina davanti alle telecamere e ai giudici nella terza udienza del processo a suo carico: l’attivista milanese 39enne, anche candidata alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno con Alleanza Verdi-Sinistra, è accusata dalla giustizia ungherese di aver aggredito dei militanti neonazisti il 10 febbraio dello scorso anno in occasione della “Giornata dell’onore” (festa che celebra il battaglione nazista che nel 1945 tentò di impedire all’Armata Rossa di assediare Budapest).
Oggi è agli arresti domiciliari nella capitale ungherese, concessi dai giudici di Budapest dopo il pagamento di una cauzione da 40mila euro: la scarcerazione è avvenuta solamente 24 ore fa, dopo 15 mesi di detenzione in condizioni disumane. Il processo, al termine dell’udienza odierna, è stato aggiornato al prossimo sei settembre.
Il giudice rivela il domicilio di Ilaria Salis a Budapest
Proprio la sua detenzione ai domiciliari ha provocato uno scontro in aula. Il giudice Josef Szos ha rivelato l’indirizzo dove Ilaria sta scontando da ieri i domiciliari, un luogo che avrebbe dovuto rimanere coperto da segreto per timori di possibili “reazioni” da parte dell’ultradestra ungherese nei suoi confronti.
Roberto Salis, presente in aula, ha immediatamente protestato e “richiamato” l’ambasciatore italiano Manuel Jacoangeli, dicendogli che “bisogna fare qualcosa“. Immediato anche l’intervento dell’avvocato difensore di Ilaria Salis, Gyorgy Magyar, che ha sottolineato come “l’indirizzo non dovrebbe essere rivelato, anzi protetto e non va inserito nel verbale“.
I testimoni che non ricordano Salis
Altro punto chiave dell’udienza è stato quando Zoltan Toth, primo testimone sentito come parte lesa nel processo a carico dell’attivista italiana, non ha riconosciuto Ilaria Salis tra i suoi aggressori.
Toth, collegato da un’altra aula e con la voce camuffata, Toth ha spiegato che il 10 febbraio del 2023 all’uscita di un ufficio postale è stato aggredito da persone col volto coperto, dunque non è in grado di riconoscerne nessuna.
“Prima di entrare nell’ufficio postale – ha detto Toth, come riferisce l’Ansa – mi ha chiamato una donna con i capelli biondi che mi ha chiesto se partecipavo al giorno dell’Onore e ho detto di no. Sono entrato nell’ufficio postale e uscendo sono stato aggredito. Mi hanno colpito alla testa e sono caduto per terra cercando di proteggere la faccia. Non ho capito nulla, stavo male, ho cercato di sedermi e mi hanno spruzzato spray in faccia“. Toth ha spiegato di far parte di un’associazione “che protegge i valori ungheresi” e che “probabilmente sono stato aggredito per il mio abbigliamento“. “Soffro ancora per l’aggressione, ancora adesso sono psicologicamente provato per quanto successo“, ha concluso chiedendo un risarcimento di 10 milioni di fiorini ungheresi.
Anche le altre due teste sentite nell’udienza odierna non sono state in grado di riconoscere nessuno dei partecipanti all’aggressione avvenuta il 10 febbraio del 2023.