Non è riuscito a trattenere la commozione Gad Lerner quando ha ricordato i tragici fatti dello scorso 7 ottobre. Quel maledetto giorno ha significato un momento decisivo della storia israelo-palestinese. Il brutale attacco di Hamas ha scatenato la furiosa e violenta reazione militare di Israele. Nel primo caso, ne hanno pagato le conseguenze circa 1200 civili israeliani e altri 300 rapiti e portati nella Striscia di Gaza (e molti di quelli vivi sono ancora in ostaggio). Nel secondo hanno perso la vita oltre 30mila civili, tra cui moltissimi bambini. Ad oggi Hamas è interlocutore della comunità internazionale per quanto riguarda una tregua e un cessate il fuoco (e chissà per la formazione di un futuro stato palestinese). Israele è isolato, accusato di genocidio, la società israeliana è lacerata al suo interno, il suo premier – Benjamin Netanyahu – rischia un mandato di arresto e la maggior parte dell’opinione pubblica mondiale è in rivolta al fianco del popolo palestinese.
La ‘Gaza’ di Gad Lerner
“All’inizio non avevo voglia di scrivere un libro – ha spiegato Lerner ai tanti accorsi alla Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli per assistere alla presentazione del suo ultimo lavoro ‘Gaza, amore e odio per Israele‘ – Mi dicevo, ‘stai al fianco del tuo popolo, in silenzio’, poi ho deciso di parlare e l’ho scritto in tre mesi, aiutandomi con dei miei scritti del passato“. Questo libro di Lerner è un lavoro molto intimo, nel quale l’autore ha riversato le sue paure, le sue angosce e i suoi auspici. “Il 7 ottobre ha mostrato al mondo la violenza di Hamas e la debolezza di Israele – ha raccontato Lerner – Ma io sono fiducioso per il futuro. Le società civili israeliana e palestinese sono molto più mature della classe dirigente che governa entrambe“. Lerner è nato a Beirut, in Libano. I suoi nonni paterni, unici sopravvissuti alla Shoah, emigrarono in Palestina.
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L’analisi e la storia del conflitto: amore e odio per Israele
“Io sono un sionista, per noi ebrei il sionismo vuol dire speranza – ha affermato Lerner – Ma capisco chi manifesta e comprendo anche perché non lo fa per altri conflitti altrettanto brutali che sono oggi in corso. Questa guerra, iniziata in un fazzoletto di terra decenni fa, ha assunto una valenza mondiale. Certo, non posso partecipare ad altre manifestazioni nelle quali è stato palesemente espresso antisemitismo. Ma oggi in Israele in quanti protestano contro Netanyahu?“. Per l’autore Hamas, “è una sciagura, una disgrazia per i palestinesi e Israele è caduto nella sua trappola. Purtroppo il dibattito sul tema è preda dei rispettivi ideologismi“. Secondo Lerner la chiave della questione sta nella capacità dell’uno di immedesimarsi nel trauma dell’altro: “Ad oggi per il 70% degli ebrei, degli israeliani, ciò che conta è la memoria dell’Olocausto. Questo i palestinesi devono capirlo, così come gli israeliani devono comprendere cosa sia stata la Nakba. Io rispetto le sensibilità dei palestinesi e sostengo la loro battaglia per i diritti ma non bisogna esasperare gli israeliani, farli sentire soli contro tutti“.