La candidata dem alle europee

Intervista a Beatrice Covassi: “Von der Leyen a braccetto con Meloni tradisce i valori europei”

«Vengono pagati dittatori sanguinari per realizzare la fortezza europea. Pur di essere confermata, la presidente della commissione ha presentato la nostra premier come moderata ed europeista. Temo che sdoganerà anche Le Pen»

Interviste - di Umberto De Giovannangeli - 1 Giugno 2024

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Intervista a Beatrice Covassi: “Von der Leyen a braccetto con Meloni tradisce i valori europei”

Beatrice Covassi, un passato importante in diplomazia (ha ricoperto, tra l’altro, il ruolo di capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea), è stata tra i non molti parlamentari europei Dem che hanno sostenuto Elly Schlein alle primarie. Oggi è candidata Pd per le europee nella circoscrizione Centro.

Dall’Ucraina al Medio Oriente, passando per altri 57 conflitti armati in corso. Il mondo è sempre più dentro una terza guerra mondiale a pezzi. Siamo ormai a ridosso delle elezioni europee, ma il dibattito in Italia si concentra su alleanze, candidature, colpi bassi, scandali. Siamo fuori dal mondo?
Se la campagna elettorale di un leader politico e vicepremier della Repubblica è scagliarsi contro i tappi delle bottiglie d’acqua è evidente che, almeno in Italia, sembriamo fuori dal mondo. Anzi, specifico, una parte politica momentaneamente al governo è incapace di parlare di temi veri che riguardano la vita e il futuro delle persone. Qualcuno si è concentrato troppo sulla candidatura di Vannacci o lo scontro costruito ad arte Meloni-De Luca quando in gioco c’è il futuro dell’Unione europea, la pace e la convivenza democratica; con la guerra in Ucraina che rischia di arrivare a un punto di non ritorno e con Israele che sta mettendo a ferro e fuoco Gaza, facendo strage di civili in barba a tutte le norme di diritto internazionale. Anche il governo ci sta mettendo del suo: la Rai apre i TG offrendo come notizia del giorno il nome del prossimo presentatore di Sanremo; la possibile vendita di Agi ad un senatore della maggioranza, gli attacchi scomposti ai giornali non allineati, i cronisti portati in questura, l’aumento dei casi di querele intimidatorie. Tutto questo in un contesto di guerra ibrida dove si manipolano le informazioni con i regimi autoritari che vomitano sull’opinione pubblica occidentale fake news senza che nel nostro paese si faccia molto per contrastarle. Diciamo che non siamo messi bene. Se continuiamo di questo passo il nostro Paese diventerà presto una “democratura” alla Orban.

L’Italia è l’unico paese, almeno tra quelli fondatori dell’Ue, in cui il voto delle Europee viene riportato, misurato, sulle beghe interne: chi prende un voto in più tra Pd Stelle o tra Lega e Forza Italia. E l’Europa?
Meloni sta trasformando il voto in un referendum su sé stessa. Invece di pensare a governare, gira video improbabili in cui imita Crozza, si prende gioco dell’opposizione e spara a caso presunti risultati del governo senza contraddittorio. Un modello che non è degno di una democrazia. Eppure, questo è un Paese dove tra le nuove generazioni il senso di appartenenza all’Unione europea è solido. Il 65% degli elettori under 35 si dichiara “europeista”. Si tratta della maggioranza dei nati dopo la caduta del Muro e cresciuti negli anni dell’integrazione europea. La generazione che oggi rischia una società senza welfare, minacciata dagli effetti del cambiamento climatico e con un futuro di conflitti sempre più vicini. Invece, di rivolgerci a loro, siamo costretti ad essere imprigionati nel pettegolezzo quotidiano. Eppure, stiamo decidendo del nostro futuro: la destra ci vuole divisi, è contraria all’integrazione, sostiene che ci voglia “meno Europa”. Noi pensiamo l’esatto contrario: se l’Europa diventerà irrilevante, l’Italia scomparirà dalle mappe geopolitiche, gli italiani saranno più soli. Oggi rappresentiamo meno dell’1% della popolazione mondiale, stessa cosa della Francia. Se i nostri Paesi non si mettono insieme soccomberanno. La parabola della Brexit dovrebbe averci insegnato che neppure il Regno Unito, ultima grande potenza Imperiale europea, può farcela da sola nella competizione mondiale. Dobbiamo cambiare le regole del gioco istituzionale a partire dal diritto di veto che tiene l’Europa in ostaggio dei ricatti di paesi come l’Ungheria che vogliono i soldi senza contribuire alla crescita del continente. Siamo su un crinale della storia e le prossime elezioni europee saranno uno spartiacque decisivo, con il rischio di un’espansione delle destre nazionaliste. Del resto, gli esponenti di queste forze politiche a Strasburgo promettono esplicitamente, in caso di vittoria, di smantellare le politiche europee messe in campo in questi anni, a partire dalle politiche sociali e di sostenibilità ambientale, per realizzare un’Europa di Stati-nazione accomunati da rivendicazioni identitarie. Se l’Europa non è un semplice incidente della storia, come diceva David Sassoli, allora spetta a noi decidere oggi quale Europa desideriamo costruire, basata su quali valori. Io per la prossima legislatura sogno una «Camaldoli europea », per usare l’espressione del Cardinal Zuppi, che realizzi un’Europa ancorata a solidarietà, diversità, stato di diritto, democrazia e giustizia sociale – con un forte richiamo alla solidarietà intergenerazionale. Un’Europa che metta la persona al centro. I padri fondatori ebbero coraggio, rompendo con le consolidate logiche nazionalistiche e creando una realtà inedita. Oggi siamo chiamati allo stesso sforzo.

Le elezioni europee sono le uniche in cui c’è il voto di preferenza. Non c’è il rischio che invece di conquistare il voto del popolo dell’astensione, si consumi tra i candidati in lizza una “guerra delle preferenze”?
Se non ci fosse stato il voto di preferenza io non sarei stata neppure candidata ed eletta perché non appartenevo e non appartengo a nessuna corrente. Le preferenze consentono di uscire dai caminetti e scegliere le persone in base alle loro competenze e esperienze, al loro curriculum. Anzi rilancio: le preferenze dovrebbero essere usate anche per le elezioni politiche nazionali per provare a valorizzare bravi amministratori pubblici e una nuova generazione politica che si sta affacciando in questo Paese ma che vuole rimanere, giustamente, fuori dai caminetti che fanno così male alla sinistra. E poi c’è un tema enorme che riguarda le donne in politica: purtroppo anche questa volta i cosiddetti “big” continuano ad essere uomini. L’ho suggerito anche alla segretaria Schlein, per ribaltare il paradigma dobbiamo avere il coraggio di candidare donne in posizioni eleggibili senza farle essere a ricasco di un candidato uomo. Per quanto riguarda l’astensionismo temo sarà in linea con le precedenti elezioni: il dibattito pubblico non ha aiutato perché si è parlato di tutto tranne che di Europa. Molto spesso la tesi della destra sovranista è che l’Europa è sostanzialmente inutile, che non esiste un popolo europeo e che si deve tornare agli stati nazione. No, non è così. Oggi siamo italiani ed europei e l’Europa è fondamentale nelle scelte che faremo. Serve però dare l’iniziativa legislativa ai Parlamentari europei per fare meglio e velocemente le cose.

Che destra è stata, in particolare quella italiana, in chiave europea?
Una destra bifronte, che da una parte vuole mostrare un volto rassicurante ai popolari e dall’altra si siede accanto a partiti estremisti di un’ultradestra nazionalista, complottista, illiberale, omofoba. Prendono di mira immigrati, rifugiati e richiedenti asilo come obiettivo comune, sui diritti hanno posizioni ultraconservatrici e regressive e, soprattutto, sono forze euroscettiche che auspicano la disgregazione europea. Ursula Von der Leyen, pur di tornare alla guida della Commissione, è stata disposta a presentare Meloni come alleata europeista e moderata. Uno sdoganamento che temo riguarderà anche la Le Pen, nonostante le rassicurazioni del partito popolare che ciò non accadrà. Non posso credere che gli eredi di De Gasperi, Adenauer e Schuman possano vendere la propria anima per accordarsi con gli antieuropeisti di destra come la Lega e i suoi alleati. Non posso non ricordare che due europarlamentari della Lega sono state le uniche donne a votare contro la convenzione di Istanbul per il contrasto della violenza contro le donne. Questa è la destra italiana in chiave europea. Altro che chiacchiere.

Non solo guerre ma anche tragedie “dimenticate”. Come le stragi in mare di migranti. L’Europa fortezza continua a praticare politiche securitarie e a finanziarie autocrati e generali che dettano legge nella sponda sud del Mediterraneo. Libia, Tunisia, Egitto etc, rendendosi complice dei peggiori crimini contro l’umanità. Ma di questo poco o niente si è discusso in campagna elettorale. Perché i migranti non votano?
Questa nuova Europa immaginata da Von der Leyen e Meloni tradisce tutte le forze democratiche ma, soprattutto, tradisce i valori alla base del progetto europeo. Per questo al Parlamento europeo ho votato contro il nuovo Patto sulla migrazione. Vengono pagati dittatori sanguinari che non rispettano i diritti umani per realizzare la fortezza Europa ed esternalizzare le politiche migratorie. Un approccio che in questi anni ha fatto carta straccia di diritti fondamentali e non ha consentito di lavorare a una soluzione europea per affrontare in modo globale il fenomeno con l’organizzazione di canali legali di migrazione, un mare nostrum europeo, decreti flussi UE e corridoi umanitari. Per arrivare all’accordo vergognoso con l’Egitto, la premier è riuscita anche a non dire una parola sul caso Regeni. Un silenzio vergognoso e assordante.
Ma è altrettanto vergognosa la ricetta che prevede la costruzione di campi in paesi terzi come l’Albania. Invece di spendere risorse per formare personale, assumere psicologi o mediatori, favorire l’inserimento lavorativo, si buttano 800 milioni per un mega spot, tra l’altro, di una struttura inesistente come hanno dimostrato pochi giorni fa i nostri parlamentari del Pd. La mancanza di umanità è sconvolgente: non interessa cosa accade a donne, uomini e bambini. Si sceglie di girarsi dall’altra parte e, rinunciando ai diritti umani, si tradisce.

1 Giugno 2024

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