La Guerra Russia-Ucraina
“La Nato ha 2-3 anni per prepararsi a un attacco russo”, l’avvertimento del capo della difesa norvegese
Mosca: “Istruttori militari occidentali in Ucraina non protetti da immunità”. Fonti russe non ufficiali riferiscono di un primo raid di Kiev con missili Usa
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Sarà pure “solo” una escalation verbale. Ma è una escalation inquietante. La Nato ha due o tre anni per prepararsi ad un attacco russo contro la Nato: è l’avvertimento del capo della difesa norvegese il generale Eirik Kristoffersen, come riporta il Telegraph.
Discutendo della capacità della Russia di ricostruire le sue forze mentre è in guerra in Ucraina, il generale Eirik Kristoffersen ha detto: “Ci vorrà del tempo, il che ci dà una finestra per i prossimi 2-3 anni per ricostruire le nostre forze, le nostre scorte mentre sosteniamo Kiev”.
Un lasso di tempo inferiore a stime precedenti: a gennaio il ministro della Difesa tedesco aveva avvertito che la Russia avrebbe potuto attaccare la Nato in 5-8 anni. Immediata la risposta di Mosca.
Gli istruttori militari occidentali che alcuni Paesi, come la Francia, potrebbero voler inviare in Ucraina “non saranno protetti dall’immunità”, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Non importa se saranno francesi”, ha aggiunto Peskov.
Il comandante delle forze ucraine, Oleksander Sirski, aveva ipotizzato la settimana scorsa che la Francia avrebbe presto inviato istruttori e aveva esortato altri partner occidentali ad aderire al “progetto ambizioso” di Parigi.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, non aveva escluso l’invio di militari francesi in Ucraina, sottolineando che nel conflitto in corso non possono essere elevate linee rosse. Non solo parole.
Le forze di Kiev avrebbero effettuato il primo attacco contro la Russia impiegando missili americani dopo l’autorizzazione concessa ufficialmente da Washington.
A riportarlo sono fonti russe non ufficiali, precisando che ad essere colpito è stato un sistema di difesa antiaerea nella regione frontaliera di Belgorod. Una notizia che arriva nel giorno in cui Mosca ha messo in guardia gli Stati Uniti dal commettere errori “fatali” in Ucraina.
Secondo il canale Telegram russo di esperti militari Dva Majora, che conta oltre 700.000 iscritti, missili Himars americani si sono abbattuti su una postazione che dispiegava missili S-300 e S-400. La stessa fonte ha aggiunto che non si registrano vittime tra i soldati di Mosca.
Il canale ha postato anche alcune fotografi e in cui si vedono dei mezzi militari in fiamme e una colonna di fumo alzarsi nel cielo. Un altro canale russo, Astra, ha scritto che l’attacco ha danneggiato una base per le truppe e un’area di stoccaggio di armi pesanti nel distretto di Korochanskiy, sempre nella regione di Belgorod.
Un monito agli Stati Uniti su «errori di calcolo che potrebbero avere conseguenze fatali» è stato lanciato dal viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, che ha denunciato un atteggiamento «irresponsabile» degli americani. «Hanno dato carta bianca a Kiev» e «non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servitori», ha tuonato il viceministro, avvertendo che «per gli Stati Uniti ci sarà sicuramente un prezzo da pagare».
Gli Usa hanno messo in chiaro che per ora i missili forniti a Kiev possono essere usati per colpire il territorio russo solo con l’obiettivo di contrastare l’avanzata delle truppe di Mosca nella regione di Kharkiv.
Ma la Russia teme che possano essere utilizzati anche per bombardare il suo sistema di difese strategiche, dopo che negli ultimi giorni gli ucraini hanno cercato di attaccare due radar con l’impiego di droni.
Anche fonti del governo americano, citate dal Washington Post, hanno manifestato inquietudine per questi attacchi, affermando che Mosca potrebbe percepirli come minacce alle proprie «capacità di deterrenza strategica», con il rischio che venga alterata la fiducia reciproca tra gli Usa e la Russia in materia di armi nucleari.
Analisti citati dal quotidiano americano hanno tra l’altro sottolineato che uno dei radar presi di mira, nella regione di Orenburg, si trova molto lontano dall’Ucraina, ai confini sud-orientali del territorio russo europeo, e serve tra l’altro a prevenire possibili minacce dalla Cina.
Non è chiaro se l’attacco a Belgorod rispetti queste regole di ingaggio ma nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in più riprese, ha manifestato la necessità di ampliare il raggio d’azione degli attacchi.
Kiev insiste: “E’ stata “una decisione vitale” dare la possibilità, alle forze armate ucraine, di utilizzare armi occidentali contro obiettivi militari in territorio russo”.
Perché questo “avrà un impatto sulla condotta della guerra, sulla pianificazione delle azioni controffensive e indebolirà la capacità dei russi di usare le loro forze nelle aree di confine”. Lo ha scritto il capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, su Telegram.