Un 21enne, detenuto nel carcere milanese di San Vittore, si è tolto la vita ieri sera inalando una bomboletta del gas. Una strage di giovani con piccoli reati e senza condanne definitive. È il triste quadro dei suicidi nelle carceri italiane dipinto dal segretario generale del sindacato Spp Aldo di Giacomo, che offre anche una brutta contabilità: “Siamo a quattro suicidi in tre giorni. Il Governo e l’Amministrazione Penitenziaria sembrano non interessarsi al dramma dei suicidi nelle carceri.
Suicidio in carcere a San Vittore, 21enne si è tolto la vita
È un dramma nel dramma: sono sempre più giovani e con reati di poco conto e la stragrande maggioranza senza una condanna definitiva. Sembra inutile anche semplicemente segnalarli, tanta l’indifferenza di chi dovrebbe avere la dignità di dimettersi per manifesta incapacità– affonda il colpo Di Giacomo– ma oramai le carceri sono luoghi nei quali la criminalità organizzata gestisce i propri traffici a proprio piacimento e i detenuti più deboli subiscono la pena nella pena“.
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L’ultimo caso a Regina Coeli
Proprio due giorni fa un detenuto di 31 anni si è tolto la vita nel penitenziario di Regina Coeli a Roma. La vittima, di origini pakistane, era in carcere da settembre dello scorso anno, accusato di rapina e lesioni ma ancora in attesa di primo giudizio. Questo l’allarme lanciato da Gennarino De Fazio, Segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: “Il carcere capitolino di Regina Coeli, con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari e con poco più di 300 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio, è l’emblema della disfunzionalità e della crisi del sistema carcerario italiano che, palesemente, invalida il percorso prioritario della giustizia penale. E al governo che sa fare solo operazioni di facciata, tutto ciò non interessa“.