L’Italia li spedisce a Genova
Cimitero Mediterraneo, Geo Barents recupera 11 cadaveri al largo della Libia: già soccorse 160 persone
News - di Carmine Di Niro
Il Mediterraneo continua ad essere un cimitero per migranti. Lo specchio di mare che divide l’Europa dall’Africa ha fatto emergere nella giornata di venerdì 7 giugno i corpi di undici migranti, avvistati al largo della Libia dall’aereo Seabird, della ong Seawatch, e poi recuperati dalla nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, che si trovava in zona dopo aver soccorso altre due imbarcazioni e con a bordo già 165 persone.
Un dodicesimo corpo è stato avvistato nella giornata odierna, come spiega la stessa ong. “Le ricerche continuano. I morti sono stati avvistati tra 35 e 77 chilometri al largo della costa libica – spiega la Sea Watch sui social- non sappiamo se e quante altre persone siano annegate si può presumere che i morti siano stati vittime di un naufragio precedentemente non rilevato”.
Oggi il nostro aereo #Seabird ha avvistato 11 corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma.
Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede. pic.twitter.com/eQJCCwtIbz
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 7, 2024
La Geo Barents spedita a Genova
Anche in questo caso le autorità italiane hanno voluto infierire, costringendo i migranti e gli operatori a bordo della Geo Barents a compiere una seconda traversata: da Roma è stato assegnato il porto di Genova, a più di 600 miglia nautiche, ovvero circa 1200 chilometri, dal luogo dell’intervento.
La Geo Barents si fermerà prima però sull’isola di Lampedusa, per procedere con le operazione di trasbordo delle undici salme a bordo, tutti uomini e donne. In un primo momento il porto assegnato era quello di Civitavecchia, salvo poi ricevere dopo un paio d’ore una nuova comunicazione con la nuova destinazione.
I libici assenti
Come ha spiegato sui social Sea Watch, “il nostro aereo Seabird ha avvistato undici corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma. Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede“. L’organizzazione racconta poi di aver “provato a contattare una motovedetta libica, in inglese e in arabo via radio, affinché li recuperasse ma senza risposta. Per loro e per l’Ue queste persone non valgono nulla neanche da morte“.
Ad intervenire è stato quindi la nave Geo Barents. Come spiega Juan Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere, l’imbarcazione era intervenuta nella notte per soccorrere una barca in vetroresina e un gommone, la prima con 37 persone a bordo, il secondo con 109.
🔴TRIGGER WARNING
After conducting two rescues early this morning, @MSF teams witnessed yet again the result of the devastating and bloody #European policies on #migration and non-assistance for people taking the #Mediterranean.
And this time, 11 people lost their lives‼️
— MSF Sea (@MSF_Sea) June 7, 2024
“Visto che l’aereo della Sea Watch aveva avvistato dei corpi che galleggiavano non molto lontano dalla nostra ubicazione, la Guardia costiera italiana ci ha permesso di andare a recuperare i corpi“. Per arrivare al punto ci sono volute quattro ore, altrettante per recuperare i corpi. “Nel frattempo – scrive Msf sui social – il nostro team ha avvistato dal ponte un’imbarcazione con 20 persone a bordo, che le squadre di Msf sono riuscite a salvare in sicurezza“.