L'ex capo di stato maggiore
Israele, Gantz verso l’addio al governo Netanyahu: Bibi resta nelle mani dell’estrema destra
Scaduto l'ultimatum del centrista a Benjamin Netanyahu: governo sempre più nazionalista
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
La rottura era nell’aria da tempo. Dovrebbe consumarsi stasera, alla fine di Shabbat. Il ministro del Gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, ha convocato una conferenza stampa per stasera, durante la quale si prevede che il leader dell’opposizione, entrato a far parte del governo di unità nazionale dopo gli attacchi del 7 ottobre, annuncerà il ritiro del suo partito dal governo.
La mossa – scrive l’Israel Times – arriverebbe dopo la scadenza dell’ultimatum che aveva dato al premier Benjamin Netanyahu per avere l’impegno su una visione comune del conflitto di Gaza che comprenda un piano per la governabilità del territorio dopo la sconfitta di Hamas.
Secondo media israeliani, non ci sono in corso negoziati e sforzi da parte dei partiti della coalizione di Netanyahu per cercare di colmare il gap con Gantz o convincerlo a rimanere nel governo una volta scaduto l’ultimatum dell’8 giugno. A confermare, sia pure in via ufficiosa, la rottura sono anche fonti di “Resilienza per Israele”, il partito di Gantz.
Lo scorso 18 maggio, il leader centrista intimò a Netanyahu di «scegliere». «Altrimenti – aggiunse – usciremo dall’esecutivo». Gantz indicò per il futuro politico di Gaza «una direzione Usa-Ue-araba» in contrasto con quanto sostenuto da Netanyahu contrario ad un coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese nel governo della Striscia.
Gantz ha sollecitato Netanyahu su sei obiettivi che riguardano politica estera e interna: rilascio degli ostaggi; sconfitta di Hamas e smilitarizzazione di Gaza; alternativa di governo nell’enclave palestinese; ritorno alle loro case al nord entro il 1° settembre dei residenti israeliani sfollati per la minaccia Hezbollah; riabilitazione del Negev; promozione della normalizzazione con l’Arabia Saudita; adozione di un provvedimento per una leva militare per tutti gli israeliani, religiosi `haredim´ compresi.
Un rapporto della Cia esaminato dalla Cnn affermerebbe che Netanyahu è convinto di poter sopravvivere politicamente al vertice del governo senza dover fornire un piano per il dopo-guerra a Gaza, ma affrontando il futuro della Striscia solamente “in termini generici”.
Fonti israeliane hanno riferito ad Axios che Netanyahu ha detto al Gabinetto di guerra di non essere disposto a consentire all’Anp di gestire il valico a qualsiasi titolo. In contraddizione – ha sottolineato Axios – con quanto prima deciso dallo stesso Gabinetto di guerra. Chiusura totale.
Intanto, il segretario di stato Usa Antony Blinken arriverà in Israele lunedì prossimo. Lo ha riferito Ynet secondo cui la visita – l’ennesima nel Paese dall’avvio della guerra – avviene nell’ambito delle trattative per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. A pressare Netanyahu, ma nella direzione opposta a quella che vorrebbe Gantz, è l’estrema destra.
Il ministro delle Finanze israeliano – e leader di destra radicale di “Sionismo religioso” – Bezalel Smotrich è tornato a chiedere insediamenti israeliani a Gaza una volta sconfitto Hamas.
“I nostri eroici combattenti e soldati – ha detto – stanno distruggendo il male di Hamas e occuperemo la Striscia di Gaza. A dire il vero, dove non ci sono insediamenti non c’è sicurezza”.
Smotrich ha parlato ad un evento per l’inaugurazione di un centro religioso a Nitzan nel sud di Israele sottolineando che il prossimo centro dovrebbe essere costruito a “Gush Katif” il termine che indica l’insediamento ebraico nella Striscia da cui Israele si è ritirato nell’agosto del 2005.
A dargli manforte è il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, l’altro leader dell’estrema destra, che ha chiesto di ridurre il flusso di aiuti verso la Striscia di Gaza.
“Israele dovrebbe impedire l’ingresso di carburante a Gaza e ridurre gli aiuti umanitari che entrano nella Striscia”, ha scritto su X. “Israele dovrebbe dichiarare umanità solo in cambio di umanità, ma non accetteremo un accordo che metta a rischio il futuro dello Stato di Israele”, ha aggiunto. Tra i due “forni”, Netanyahu sceglie quello che più lo rassicura: l’estrema destra di Smotrich e Ben-Gvir.