Potrebbe arrivare a breve il momento del “redde rationem” nella Lega. Lo lascia intendere chiaramente il segretario del Carroccio Matteo Salvini nel commentare lunedì mattina, in una conferenza nella sede del partito in via Bellerio a Milano, i risultati delle elezioni europee.
Conferenza in cui il vicepremier ha rivendicato i risultati della Lega, da leggere in realtà in chiaroscuro: da una parte un miglioramento in termini percentuali dello 0,2% rispetto al risultato delle Politiche del 2022, col Carroccio arrivato al 9 per cento; dall’altra Forza Italia dell’altro vicepremier Antonio Tajani che lo scavalca di oltre mezzo punto, oltre ai 400mila voti in termini reali che il Carroccio ha lasciato sul terreno.
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I risultati di Lega e Vannacci
A trascinare la Lega è stato senza ombra Roberto Vannacci, il generale dell’esercito per mesi al centro delle polemiche e accusati di razzismo e omofobia, fortemente voluto da Salvini nelle liste delle Europee.
E Vannacci i risultati a casa li ha portati, con oltre mezzo milione di preferenze: parliamo di un quarto dei voti totali del partito in Italia, portati a casa da un candidato che tecnicamente non è iscritto alla Lega e che andrà a Bruxelles/Strasburgo da indipendente.
“Qualcuno diceva che era un problema – rimarca Salvini nella conferenza – Avercene di problemi del genere. Non so se prenderà la tessera della Lega ma lavoreremo insieme per cambiare l’Europa”. Quanto ai risultati del partito, “contano le percentuali”, aggiunge il vicepremier. “Ci davano tutti per morti. Abbiamo avuto contro tutti, stampa compresa. E invece siamo ancora qui con percentuali in crescita”, le sue parole.
Il caso Bossi, a rischio espulsione
L’altro grande tema di discussione è poi quello relativo a Umberto Bossi, il Senatùr fondatore della Lega Nord che tramite Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega lombarda, ha annunciato sabato il voto per Marco Reguzzoni, l’ex capogruppo alla Camera della Lega “padana” che è stato candidato da Forza Italia alle Europee come indipendente.
Uno smacco per Salvini, che infatti reagisce malissimo. Bossi potrebbe essere addirittura a rischi espulsione, anche se tecnicamente il Senatùr non è neanche iscritto alla “Lega per Salvini premier”.
In ogni caso Salvini sottolinea di “non voler male a nessuno, gli ho dedicato il libro”, dice riferendosi a Bossi, ma “sicuramente dovrò ascoltare i militanti. È chiaro ed evidente che se qualcuno dice che vota per un altro partito manchi di rispetto non solo al segretario in carico ma all’intera comunità”.
Poi i toni si alzano, le parole si fanno più gravi: “Non è giusto e corretto che qualcuno che prende i soldi da un partito dica che vota un altro partito. Non sono permaloso di natura, ma devo rendere conto a decine di migliaia di militanti e di amministratori che non si meritano questo”. Quindi l’affondo finale: “Non mi piacciono i traditori e nemmeno i fuggiaschi”.