Dopo il terremoto elettorale
Francia, nasce tra le polemiche l’asse Républicains-Le Pen. E la sinistra?
La vittoria del Rassemblement National alle ultime Europee ha spinto il Presidente Emmanuel Macron a sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. A destra, gli eredi del Generale de Gaulle siglerebbero, rischiando di spaccare il partito, un'alleanza storica con la destra radicale alla quale potrebbe aggiungersi quella estrema di Reconquête, movimento fondato da Eric Zemmour e guidato da Marion Maréchal, nipote di Le Pen. La regia dell'operazione è stata affidata all'astro nascente Jordan Bardella. A sinistra, invece, c'è stata una chiamata all'unione tra il Partito Socialista, il Partito Comunista, gli Ecologisti e La France Insoumise che vedrebbe già i primi screzi: è stato fatto fuori Place Publique di Raphaël Glucksmann, che dopo aver guidato questo fine settimana alle urne una federazione socialista, sarebbe troppo distante dal radicalismo di Melenchon
News - di Redazione Web
Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica in Francia, i Républicains, eredi dei neogollisti, annunciano un accordo nel quadro delle elezioni legislative tra 20 giorni con l’estrema destra del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen e di Jordan Bardella. Lo anticipa il quotidiano Le Figaro, affermando che il presidente dei Républicains, Eric Ciotti, lo annuncerà stasera al telegiornale. Bufera nella destra francese dopo che quest’ultimo, ha confermato “il bisogno di un’alleanza” con il RN. Per il partito neogollista, erede di una profonda tradizione antifascista, un’intesa con i lepenisti sarebbe una prima assoluta, uno scenario fortemente osteggiata da numerosi esponenti dei Républicains.
Il trionfo del Rassemblement National di Marine Le Pen
“Abbiamo bisogno di un’alleanza, restando noi stessi, con il Rassemblement National e i suoi candidati“, ha dichiarato Ciotti su TF1, precisando di aver avuto colloqui sia con Le Pen sia con Bardella, i grandi trionfatori nel voto di domenica scorsa alle europee. Parole che stanno suscitando indignate proteste da numerosi compagni di partito. A cominciare dal presidente dei senatori LR, Gérard Larcher, da sempre opposto a qualsiasi patto con l’estrema destra. Dinanzi alle crescenti polemiche, Ciotti si mostra tuttavia determinato a restare al suo posto. “Sono presidente e resterò presidente dei Républicains“, ha dichiarato, malgrado il moltiplicarsi degli appelli alle dimissioni. “Il mio mandato – ha aggiunto – l’ho ottenuto dai militanti e solo i militanti potranno revocarmelo“.
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L’alleanza con i Républicains
Eletto nelle Alpes-Maritimes, nel sud-est del Paese, Ciotti è considerato uno dei falchi di LR; tra i più strenui sostenitori, tra l’altro, di una politica di fermezza e di respingimento dei migranti al confine con l’Italia. Marine Le Pen, intanto, ha accolto con favore la decisione di Ciotti, definendo la mossa “una scelta coraggiosa” e lodando “il senso di responsabilità” del presidente dei Républicains. Lo riporta sempre Le Figaro. “Rispondendo a questo appello a unirsi, Éric Ciotti sceglie gli interessi dei francesi rispetto a quelli dei nostri partiti”, ha aggiunto il candidato premier del RN Jordan Bardella. “Uniamo le forze per combattere il caos migratorio, ripristinare l’autorità e l’ordine e sostenere il potere d’acquisto dei francesi“, ha aggiunto, “l’unione fa la Francia“.
Le reazioni e il ruolo di Reconquête
“Éric Ciotti firma gli Accordi di Monaco e getta in disgrazia la famiglia gollista abbracciando Marine Le Pen. Una vergogna. Francesi, svegliamoci!“. Lo ha scritto su X il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin in merito all’accordo fra i Repubblicani e il Rassemblement National. “In seguito alle dichiarazioni di Eric Ciotti credo che non possa più presiedere il nostro movimento e che si debba dimettere dal suo mandato di presidente di Les Républicains“. Lo ha affermato in un post su X il presidente del Senato, ed esponente dei Repubblicani, Gérard Larcher. Quanto a Reconquête, il partito di estrema destra di Eric Zemmour, Bardella ha detto di aver parlato ieri con Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen che ne è stata capolista alle europee, la quale “ha auspicato di partecipare a una dinamica elettorale: sono disposto ad allargare la mia maggioranza – ha affermato Bardella – perché voglio costruire una maggioranza per risollevare il paese“.
A sinistra
E a sinistra? Qui lo scenario è più frammentato e litigioso che mai. Tuttavia, l’onda nera che potrebbe travolgere la Francia, ha destato – non solo le piazze (sono state fatte già alcune manifestazioni contro la Le Pen), ma anche il Partito Socialista, il Partito Comunista, gli Ecologisti e La France Insoumise. Questi movimenti hanno pubblicato un comunicato congiunto che farebbe presagire una loro unione in vista delle prossime elezioni, proprio per arginare l’avanzata delle destre. Ma non mancano già screzi e divisioni. All’appello mancherebbe Place Publique di Raphaël Glucksmann. Quest’ultimo, alle Europee, ha guidato una federazione tra il suo partito e i socialisti, ottenendo un discreto risultato. Ma la distanze tra lui e il radicalismo di Jean-Luc Mélenchon sembra incolmabile.