Le accuse al leader
Europee flop per il M5S, gli ex Di Maio e Di Battista al veleno contro Conte: “Movimento snaturato e dimezzato”
Politica - di Redazione
I “grandi ex” alzano i toni e vanno allo scontro col nuovo leader. Nel Movimento 5 Stelle reduce da elezioni europee disastrose, col partito al minimo storico del 9,99% doppia nei voti dal Partito Democratico, per restare nel campo dell’opposizione al governo Meloni, è Giuseppe Conte ad essere finito pesantemente nel mirino.
L’ex presidente del Consiglio ha riunito nella serata di martedì i gruppi parlamentari di Camera e Senato, ha promesso una “assemblea costituente” con la partecipazione di tutti gli iscritti per cambiare e migliorare le regole del Movimento, tra cui quella carissima al co-fondatore Beppe Grillo sul limite del secondo mandato. Ma Conte è andato oltre mettendo, almeno sulla carta, in discussione il suo stesso ruolo di presidente del partito, mossa che al momento appare più un bluff vista l’attuale assenza di possibili nuovi leader nel Movimento.
Chi non si nasconde, proprio da ex capo politico dei pentastellati, è Luigi Di Maio. L’attuale rappresentante Ue nell’area del Golfo, già ministro degli Esteri e fuoriuscito dal M5S nel giugno 2022 con i parlamentari a lui vicini per creare gruppo parlamentare centrista Insieme per il futuro, poi trasformatosi nel partito Impegno Civico alle Politiche de 2022 portando a casa l’un per cento dei voti, “mena duro” su Conte.
Di Maio spara contro Conte
Lo fa in una intervista al quotidiano La Stampa, dove esprime parole di fuoco contro il suo successore. Per Di Maio la principale responsabilità di Conte è quella di “aver snaturato il Movimento, che oggi è un partito ancora più chiuso e verticistico del passato. Un tempo era più plurale, c’erano più ‘anime’ diverse”.
L’avvocato del popolo di Volturara Appula, secondo Di Maio, ha “modellato” il Movimento 5 Stelle “a sua immagine e somiglianza, ha fatto un’operazione legittima, che gli è stata consentita senza che nessuno alzasse un dito. Per questo credo che, nonostante questo risultato negativo, dentro al Movimento non cambierà niente. Quanto a Grillo, ha 300 mila buoni motivi per restare in silenzio“, facendo riferimento al contratto firmato dal comico genovese col Movimento per i “progetti comunicativi”.
Di Maio interviene anche sull’annosa questione delle liste e del doppio mandato, dato che il flop del Movimento 5 Stelle alle Europee è stato intestato anche alla debolezza dei candidati. “La debolezza delle liste esiste da 15 anni. Eravamo tutti dei signor nessuno. Dai primi sindaci eletti nel 2012 fino al risultato del 33% – spiega Di Maio -. È sempre stato un voto di opinione, mai un voto di preferenza. In ogni caso, seguo divertito il dibattito sul doppio mandato. Vuoi vedere che la soluzione proposta dal movimento per risolvere la sua crisi, è la politica di professione?“. Quanto al suo futuro, l’attuale rappresentante Ue nell’area del Golfo spiega che non ci sarà la politica: “Il mio futuro sono mio figlio, che nascerà a settembre, e la mia compagna – dice al quotidiano di Torino -. Ho tutto l’interesse a portare a termine il mio mandato presso le istituzioni europee continuando a lavorare come ho sempre fatto”.
Di Battista all’attacco sul Movimento “dimezzato”
Martedì era stato invece Alessandro Di Battista ad attaccare Conte. L’ex “pasdaran” pentastellato, che l’ala più barricadera del Movimento ancora oggi vorrebbe in una posizione di leadership, in un video sull’analisi del voto postato su Fb fa a pezzi la strategia messa in campo dall’ex premier.
“La situazione è drammatica da diversi anni e non so cosa si potrà fare: rompere questo abbraccio mortale con il Pd oggi è via via più complicato… il Pd li ha oltre che doppiati” e “abbracciare ancor più il Pd per me rappresenterebbe una lenta agonia. Una situazione complicatissima. Io mi aspettavo questo risultato“, l’analisi di Di Battista.
L’ex 5 Stelle sottolinea come il Movimento “si è dimezzato rispetto a 5 anni fa“, “oggi è il simbolo che regge meno, innegabilmente“, “la mia sensazione è che il problema principale sia politico”.