Appello contro gli estremismi
Chi è Eric Ciotti e perché è stato espulso dai repubblicani: la Francia tra Macron e Le Pen
Decisa all’unanimità la cacciata dal partito del presidente dei Républicains che aveva aperto all’alleanza con Le Pen. Il capo dell’Eliseo attacca anche la sinistra e taccia France Insoumise di “antisemitismo”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Diciotto giorni per evitare una nuova, devastante, débâcle elettorale. Diciotto giorni per far sì che l’azzardo non si trasformi in un suicidio politico. Per scongiurarlo, le prova tutte: richiama i valori repubblicani da presidiare, evoca un nuovo Fronte popolare, auspica una “rifondazione della politica”. Scomoda il generale De Gaulle e agita il pericolo di un antisemitismo che si fa “governo”. Il voto europeo ha mandato un segnale chiaro che “non poteva essere ignorato”. Sceglie la strategia dell’attacco, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa che di fatto apre la campagna elettorale del suo partito, Renaissance.
Macron giustifica la decisione di sciogliere l’Assemblea nazionale: era l’“unica strada possibile”, la risposta democratica all’esito del voto non poteva limitarsi a un rimpasto. “Da domenica cadono le maschere, si capirà chi vuole far prosperare il suo orticello e chi vuole far prosperare la Francia. La battaglia dei valori avvenga alla luce”, scandisce, È necessario “un momento di chiarimento” per il Paese, in un contesto in cui “le forze dell’estrema destra sono intorno al 40%”. L’inquilino dell’Eliseo invita tutte le forze “democratiche a unirsi” alla formazione del presidente: la maggioranza deve “andare a dialogare con personalità e forze che oggi non ne fanno parte”. E qui l’affondo contro il tradimento dei neogollisti. “I Repubblicani voltano le spalle all’eredità di De Gaulle”, alza la voce Macron. Eric Ciotti “ha fatto un patto con il diavolo” ma molti eletti di LR “hanno detto noi no”, perché “non si trovano in linea con il loro partito, ci sono elementi che dovranno chiarire”.
- Chi è Jordan Bardella, il Presidente del Rassemblement National: l’influencer di origini italiane che ha sconfitto Macron in Francia
- Francia, nasce tra le polemiche l’asse Républicains-Le Pen. E la sinistra?
- Macron crolla alle Europee, in Francia elezioni anticipate: Bardella porta l’estrema destra a doppiare il presidente
E il chiarimento è esploso all’interno dei Rapublicains francesi. Dopo l’annuncio del presidente del partito neogollista Eric Ciotti di allearsi con Rassemblement National di Marine Le Pen e la conseguente rivolta dei dirigenti, lo stesso Ciotti ha ordinato l’immediata chiusura della sede del partito a Parigi. Ma i ribelli del partito hanno reagito e al termine di un vertice convocato nel pomeriggio hanno decretato l’espulsione di Ciotti dal partito. La decisione di estromettere il presidente è arrivata all’unanimità. La guida del partito è stata momentaneamente affidata a Xavier Bellany e Annie Genevard. Il presidente estromesso non ha partecipato. “I Républicains – ha dichiarato Genevard – presenteranno candidati ai francesi nella chiarezza e nell’indipendenza” per le elezioni legislative, mentre la Commissione nazionale per le investiture “è stata confermata nella sua forma attuale”.
“Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti”, ha replicato Ciotti amareggiato. “La riunione di oggi pomeriggio (ieri,ndr) si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto – ha scritto in un comunicato – nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali. Ma può avere conseguenze penali”. Macron, dal canto suo, ha ribadito che non lascerà l’Eliseo in caso di sconfitta e ha assicurato che non farà campagna elettorale per le elezioni legislative. “Come non l’ho fatto nel 2017 e nel 2022”. “Il Presidente non deve fare campagna elettorale. Oggi nel contesto i cui viviamo è importante sia dare la direzione che il metodo”, ha aggiunto. Lo schema amico-nemico riguarda anche la gauche. Macron ha accusato al France Insoumise, partito della sinistra radicale guidato da Jean-Luc Mélenchon, di «creare un disordine certe volte costante» e «inquietante», prima di tacciare di «antisemitismo» la formazione più radicale della gauche.
Parlando poi della sinistra socialdemocratica di Glucksmann, «che ha condotto una campagna rispettabile, con molte idee forti», «come può chi ha votato Glucksmann accettare adesso un’alleanza con la France insoumise che tollera l’antisemitismo?». La sua intenzione, spiega, è creare una terza via fatta di «uomini e donne di buona volontà che sono stati in grado di dire ‘no’ agli estremismi che si uniscono per poter costruire un progetto comune» per il Paese. «Oggi le cose sono semplici», ha aggiunto, «abbiamo alleanze innaturali ai due estremi, che non sono d’accordo su nulla se non sui posti di lavoro da condividere, e che non saranno in grado di attuare alcun programma». La campagna è iniziata. Per la Francia si annuncia una estate infuocata.