Ilaria Salis è stata liberata dalla magistratura ungherese. Per Giovanni Toti invece, sempre ieri, la magistratura italiana ha deciso di tenerlo ancora prigioniero. C’è un atto ufficiale del Gip che afferma che esistono ottime ragioni per non liberarlo: è quasi certo che Toti avesse organizzato una cena elettorale in vista delle elezioni europee e non si esclude affatto che, se libero, ne potrebbe organizzare altre di qui alle elezioni regionali dell’anno prossimo. I magistrati liguri ritengono che organizzare cene elettorali sia un reato. Quindi scatta il rischio di reiterazione del reato: cena illecita, o concorso esterno in cena illecita. Per fortuna sembra che solo loro abbiano questa idea di reato.
Perché se invece l’idea dilagasse, ci troveremmo in pochi giorni di fronte alla necessità di ospitare in carcere 20 o 30 mila politici di un po’ di tutti i partiti. Quindi l’Italia è un paese più autoritario e giustizialista dell’Ungheria? Non so rispondere a questa domanda. Le condizioni della detenzione di Ilaria Salis, in Ungheria, forse erano persino peggiori delle condizioni infami nelle quali vivono migliaia di prigionieri in Italia. E la durata della carcerazione di Ilaria è stata veramente qualcosa che sfiora la follia. Però l’ordinanza della Gip che conferma la detenzione di Toti fa capire che i magistrati genovesi vogliono strappare il trofeo agli ungheresi.
C’è scritto, nell’ordinanza, che Toti deve restare prigioniero perché nel ‘25 ci saranno le elezioni regionali, e poi nel ‘27, o forse prima, di nuovo le politiche, e quindi, se libero, Toti potrebbe organizzare altre cene. Dunque l’idea della Gip e dei suoi colleghi Pm è di tenere Toti agli arresti per altri tre anni almeno. Il doppio dell’anno e mezzo di Ilaria. E forse, poi, per liberarlo, sarà necessario che Fratoianni e Bonelli si sacrifichino e lo presentino candidato alle elezioni del 2027. Comunque c’è pochissimo da scherzare. C’è da festeggiare per Ilaria, c’è da ringraziare Avs che ha ottenuto la sua liberazione, supplendo all’ignavia del governo italiano, e poi c’è da prendere atto del fatto che in Italia esiste una persona famosa, un presidente di Regione, che sta subendo un sequestro di persona.
Cerco di immaginare cosa avrebbe fatto Cossiga. Immagino che avrebbe preso atto del sequestro e – conoscendo il luogo dove Toti è tenuto sotto chiave – avrebbe mandato i carabinieri a liberarlo. Ora, io non dico di rivolgersi alle forze dell’ordine perché capisco che il generale Teo Luzi si troverebbe in imbarazzo. Ma possibile che non ci sia una ribellione delle forze politiche? Non è questione di destra o sinistra. Il problema è che un gruppetto di magistrati ha usurpato il potere politico, ha sequestrato una persona e ora chiede come riscatto per liberarlo le sue dimissioni da Presidente della regione. È una situazione di illegalità clamorosa ed evidentissima. La Costituzione demolita. E lo stesso codice penale. Se non si trova il modo di fermarli, questi, chissà che altro possono combinare!