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Premierato, primo sì al Senato tra le proteste delle opposizioni in Aula e in piazza

Premierato, primo sì al Senato tra le proteste delle opposizioni in Aula e in piazza

Tra le proteste delle opposizioni, in Aula come in piazza (a Santi Apostoli, a Roma), martedì pomeriggio il Senato ha approvato il disegno di legge sul premierato, quella che la premier Giorgia Meloni ha ripetutamente ribattezzato “madre di tutte le riforme”.

Il disegno di legge è passato con 109 voti favorevoli, 77 contrari e un’astensione. Il percorso del disegno di legge prevede l’esame presso la Camera, quindi il ritorno al Senato e quindi nuovamente alla Camera: si tratta di un iter tortuoso ma obbligatorio in quanto il ddl prevede una riforma costituzionale, dunque due voti da entrambi i rami del Parlamento.

Approvazione definitiva del premierato che, salvo sorprese, passerà poi per il voto degli italiani con un referendum. Le leggi di revisione costituzionale hanno infatti bisogno del voto favorevole di due terzi delle Camere: se otterrà più del 50 per cento ma meno dei due terzi ne potrà essere richiesta la conferma tramite referendum popolare.

Cosa prevede il premierato

In sostanza la riforma approvata oggi in Senato, il “premierato”, prevede che i cittadini scelgano direttamente il presidente del Consiglio:  attualmente la Costituzione prevede che alle elezioni politiche gli elettori eleggano “solo” i membri del Parlamento, che poi a loro volta danno il proprio sostegno a un governo e quindi al presidente del Consiglio. In questo modo, tra l’altro, il presidente del Consiglio dovrà essere necessariamente un parlamentare.

Inoltre il disegno di legge prevede anche la la soppressione della carica dei senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica, pur mantenendo la carica di senatori a vita degli ex presidenti della Repubblica.

La protesta delle opposizioni

La riforma sul premierato passa in Senato. Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”, le parole di Giorgia Meloni dopo il primo sì al Senato al disegno di legge sul premierato.

Di diverso avviso le opposizioni, tutte compatte nel dire ‘no’ in Aula alla riforma voluta dalla destra e manifestando la contrarietà al ddl esponendo provocatoriamente la Costituzione rivolta verso i banchi di governo e maggioranza.

Opposizioni che, con l’eccezione di Italia Viva, subito dopo il voto si sono riunite in piazza Santi Apostoli per protestare pubblicamente contro la riforma.

Ci siamo rivolti a tutti, abbiamo invitato tutti. Rispettiamo le scelte di ciascuno, io penso che sia importante avere dato questo segnale, per la prima volta abbiamo convocato insieme la manifestazione unitaria e c’è sempre tempo per allargare quando gli obiettivi sono comuni”, sono state le parole della  segretaria del Pd Elly Schlein arrivando alla manifestazione.

Quanto alla riforma del premiato, per Schlein Giorgia Meloni, definita “sedicente patriota”, “sta portando avanti la sua riforma che spacca l’Italia”.

Stanno forzando anche alla Camera per portare avanti l’autonomia differenziata, una riforma che vuole aumentare le diseguaglianze. È importante essere qui come forze di opposizione, realtà politiche, sociali e associative, cittadini insieme per impedire di stravolgere la nostra costituzione. Li fermeremo insieme, li dobbiamo fermare”, l’appello della leader Pd.