Lui, Benjamin “Bibi” Netanyahu, lo conosce bene, di certo meglio di qualsiasi altro avversario del premier più longevo nella storia d’Israele. L’ultima sconfitta di Netanyahu nelle elezioni data 1999. E a sconfiggerlo fu, il soldato più decorato nella storia d’Israele: Ehud Barak. Lo fece sfidando “Bibi” sul suo stesso terreno: quello della sicurezza, ricordandogli in ogni dibattito televisivo, in ogni intervista o spot elettorale, che nell’esercito Netanyahu è stato suo subalterno, e dunque non ci provasse nemmeno a spiegare a lui come si combattono i nemici d’Israele. Ed oggi, per Barak il primo “nemico” d’Israele è colui che lo governa. E dalle colonne di Haaretz invoca una rivolta popolare che spazzi via il “governo dei lutti e dei fallimenti”.
Annota Barak: “Le persone responsabili di ciò che è accaduto il 7 ottobre e della gestione della guerra fallita a Gaza non sono adatte a guidare Israele in una nuova era i cui rischi saranno molto maggiori. Un capitano che ha già affondato due navi, una dopo l’altra, non può essere incaricato del timone della terza e ultima nave. Dobbiamo sostituire immediatamente questo governo fallito, fissando una data concordata per le elezioni o, in alternativa, organizzando un voto di sfiducia costruttivo. E questo deve avvenire durante l’attuale sessione della Knesset, cioè nelle prossime cinque settimane […].La maggior parte delle condizioni per prevenire con successo un disastro imminente esiste già: il riconoscimento della portata del fallimento, le proteste pubbliche e la crescente comprensione della portata del nostro fallimento militare, economico, diplomatico e morale nei confronti del mondo, dei nostri valori, dei valori della Dichiarazione di Indipendenza e, soprattutto, dei nostri soldati. I leader del Paese, che stanno portando avanti una legge che sancisce la rinuncia alla leva, non sono degni del coraggio, dell’impegno e del sacrificio dei soldati. Manca un’opposizione che si faccia promotrice di questa iniziativa e che la legittimi. E questa non emergerà dai normali intrighi politici. In questa apparizione congiunta, i leader dell’opposizione dovrebbero dire quanto segue: Non siamo un partito, un movimento o un nuovo blocco. Abbiamo disaccordi su molte questioni. Ma data la gravità della minaccia rappresentata dalla permanenza in carica di questo governo e del suo primo ministro, invitiamo l’intera opinione pubblica a lavorare insieme a noi per rovesciare il governo. Potrebbero indire uno sciopero nazionale che chiuda il Paese, coinvolgendo la federazione dei lavoratori Histadrut e le organizzazioni dei datori di lavoro, l’alta tecnologia e il mondo accademico, i governi locali, il sistema scolastico e i movimenti giovanili. Inoltre, dovrebbero essere organizzate dimostrazioni di massa in tutto il Paese e la Knesset dovrebbe essere circondata da 30.000 tende in cui i manifestanti siederebbero 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (a turni) fino alla caduta del governo. Abbiamo bisogno di un passo urgente che chiarisca agli israeliani che è arrivato il momento della decisione e ai leader dell’opposizione che è ora di agire. I sognatori e i combattenti delle generazioni precedenti, come gli ufficiali e i soldati dell’Idf di oggi, si aspettano che rinsaviamo e agiamo. È nelle nostre mani. E dobbiamo sapere come agire”, conclude Barak.
A 82 anni, l’uomo più decorato nella storia d’Israele ha deciso di combattere l’ultima “battaglia”. Non ha più ambizioni politiche, non rivendica posti di governo, non è mosso da interessi personali. Sa che in gioco c’è il futuro d’Israele, la sua democrazia, la pace. Basta e avanza per tornare in campo. Assieme all’altra Israele. L’Israele che ha “assediato” la Knesset, bloccato le principali arterie stradali del Paese, protestato, in migliaia, sotto la residenza ufficiale del Primo ministro, a Gerusalemme (nove gli arrestati). Il governo di Netanyahu “dovrebbe essere rovesciato e penso che possa essere rovesciato”. Lo ha affermato in un’intervista a una radio israeliana il leader dell’opposizione Yair Lapid. «Ora che Gantz ha finalmente lasciato il governo, abbiamo i mezzi. L’opposizione lavorerà insieme, la uniremo senza ego per far cadere il governo», ha spiegato.