Una auto-intervista sul suo blog per parlare dei suoi rapporti con Giuseppe Conte, di come vede il Movimento 5 Stelle del futuro e per segnare le distanze, almeno in alcuni, punti dalla gestione dei pentastellati nel corso dell’avvocato pugliese.
Beppe Grillo dopo lo spettacolo teatrale in cui, con l’ironia, aveva aspramente criticato l’operato di Conte alla guida dei 5 Stelle, interviene nuovamente da co-fondatore e garante del Movimento sul suo blog. Un botta e risposta con sé stesso in cui lancia però segnali e messaggi piuttosto chiari all’ex premier, con cui i rapporti sono da tempo a livelli critici.
I rapporti con Conte
Tra il serio e il faceto, Grillo racconta nell’auto-intervista come procede con Conte. “Come va il tuo rapporto con Conte? Ottimamente. E il tuo con te?”, si apre infatti lo pseudo-monologo del comico genovese.
E ancora su Conte: “Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. Poi Grillo aggiunge: “Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte?“.
Le critiche a Conte, dal doppio mandato al posizionamento politico
Nell’auto-intervista Grillo chiede sostanzialmente di mettere in campo una ripartenza per il Movimento dopo il deludente risultato delle Europee, coi 5 Stelle non andati oltre la “percentuale Lidl”, come ribattezzato da Marco Travaglio il 9,9% ottenuto da Conte e soci.
Per Grillo serve dunque “un’azione politica diversa. Siamo nati come irregolari che sognavano di cambiare il sistema”. Fondamentali restano due architravi del “pensiero grillino”: uno è il limite dei due mandati, “non solo principio fondativo del movimento, ma anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene”; l’altro è il non schierarsi né con la destra né con la sinistra, al contrario della chiara scelta di “campo progressista” più volte rivendicata dall’ex premier.
“Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato”, dice infatti Grillo nell’intervista. In tale ottica l’assemblea costituente che si terrà nei prossimi mesi dovrà dunque “smarcarsi da una collocazione che è vecchia e superata da decenni”.
Il ritorno in camp di Grillo
Nella sua auto-intervista Grillo annuncia soprattutto un suo ritorno in campo coi 5 Stelle, in un ruolo più attivo. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del Paese“, fa sapere Grillo.
Nella prossima assemblea costituente, aggiunge il garante, si parlerà di “come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del Movimento“. Poi avverte: “Non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie“.
Il Superbonus croce e delizia e le altre rivendicazioni
C’è spazio ovviamente anche per la rivendicazione di alcune battaglie e temi diventati, anche grazie ai 5 Stelle, politicamente centrali. “Mi pare che i temi fondativi del Movimento siano ancora validi – dice Grillo – Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare”.
Bastone e carota invece su una battaglia del Movimento come il Superbonus, ancora oggi fieramente difesa da Conte nonostante l’impatto sui conti pubblici italiani. Grillo ricorda che il provvedimento “è stato voluto da tutti e non solo da noi”, ma che “come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt’al più sono befane. Non dimentichiamoci che quando fu approvato c’era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus…”.