Migranti a bordo di una nave mercantile presi a bastonate, picchiati e poi costretti a salire a bordo di una motovedetta della cosiddetta “guardia costiera” libica. Sono le scene riprese solamente due giorni fa, martedì 18 giugno, dall’elicottero Seabird, il velivolo della Ong tedesca Sea Watch che l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, sta tentando di fermare.
La bastonate dei libici ai migranti
Il caso è stato denunciato via social dalla Ong, che ha pubblicato un video piuttosto esplicito delle immagini riprese dall’elicottero. Mentre sorvolava le acque internazionali il velivolo ha osservato decine di migranti a bordo della nave mercantile Mardive Zohr 1, che poco prima aveva provveduto al salvataggio dei migranti da un naufragio, venire picchiato dai membri della guardia costiera libica.
La motovedetta della Guardia costiera libica, “regalata dall’Italia”, si è fatta consegnare “in modo brutale” un gruppo di migranti, denuncia Sea Watch. Queste azioni, sottolinea la ong, “sono illegali ai sensi del diritto internazionale e nazionale italiano. L’Europa tiene conferenze sulla democrazia e sui diritti umani, ma finanzia questo comportamento violento contro le persone in movimento. L’Ue non si preoccupa delle loro vite. Impedisce a queste persone di raggiungere le coste europee con ogni mezzo”.
Le minacce al comandante del mercantile
Nel video diffuso dalla Ong tedesca è contenuta anche la registrazione della conversazione tra il personale a bordo dell’elicottero Seabird e il capitano del mercantile: alla richiesta di non consegnare i migranti alle autorità libiche, in quanto sussiste il rischio che “subiranno detenzione, torture e morte”, il capitano della Mardive Zohr 1 risponde così: “Se non lo facciamo, sarò arrestato insieme al mio equipaggio”.
Quando l’operatore della Ong gli ricorda che “consegnare le persone alla cosiddetta Guardia costiera libica rappresenta un crimine”, il capitano risponde: “Mi dispiace ma non ho le mani libere su questo”.
I tentativi italiani di bloccare Seabird
Nella sua nota Sea Watch sottolinea come “finanziando le milizie libiche per compiere queste azioni, l’Italia e l’Europa sono complici della violazione dei diritti umani nel Mediterraneo”, e ricorda che “l’ordinanza di Enac per bloccare Seabird è solo il tentativo del Governo Italiano di nascondere i suoi crimini”
Il riferimento è ad una serie di ordinanze emesse il 6 e 7 maggio dall’Enac, sottoposto al controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti retto da Matteo Salvini, con cui vengono interdetti tutti gli aeroporti siciliani a “chiunque effettua attività in ambito Search and Rescue al di fuori delle previsioni del quadro normativo vigente”.