Morti 26 bambini e 60 dispersi
Strage di migranti nello Jonio, l’auto-bavaglio della stampa italiana: razzista e libera solo di linciare
La stampa italiana è capace di gridare al bavaglio se qualcuno propone di vietare il linciaggio di imputati innocenti ma poi il bavaglio se lo mette da sola se si tratta di tacere su complessi problemi sociali. E questa sarebbe la stampa libera? E questa sarebbe la libertà di stampa? A me pare una mezza schifezza.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Con l’articolo di un ammiraglio – molto bello, molto informato – torniamo sulla tragedia di pochi giorni fa, che è costata la vita probabilmente a 64 persone delle quali 26 erano bambini. Purtroppo lo facciamo in solitudine. I grandi giornali (ad eccezione, forse, della “Stampa”) non sono rimasti particolarmente colpiti dalla notizia. I cadaveri di quei bambini non sono arrivati sulla spiaggia e così ci siamo potuti risparmiare anche la commozione. Solo un piccolo episodio di cronaca.
Provo a immaginare come si sarebbero comportati i giornali di fronte a una strage nella quale avessero perso la vita 64 persone italiane e più di 20 bambini. Anche, magari, per ragioni accidentali. Voi pensate che i giornali non gli avrebbero dedicato l’intera prima pagina, con titoli cubitali, con parole struggenti, con il parere di decine di intellettuali e politici? E non lo avrebbero fatto per molti giorni di seguito? Qui invece non parliamo di strage accidentale. No: ci sono dei responsabili. Sappiamo chi. I ministri che hanno scritto e i parlamentari che hanno votato le leggi spazza-naufraghi volute da questo governo, in assenza delle quali, probabilmente, i sessantasei naufraghi sarebbero stati salvati dalle navi di soccorso delle Ong. Non è successo perché il governo ha colpito le Ong. Le ha dimezzate. E le Ong già erano state fortemente indebolite dai precedenti governi di centrosinistra.
Ma allora perché questo silenzio agghiacciante, anche dei giornali spesso critici col governo? Perché le vittime erano straniere e venivano dal Sud del mondo. Dall’Africa, o da poveri paesi asiatici.
Che riflessione ci ispira questa constatazione? Due riflessioni. La prima è che la stampa italiana è fortemente contagiata dal razzismo. Distinguere le vittime europee da quelle africane, i bambini bianchi da quelli neri, è razzismo puro. La seconda riflessione è altrettanto triste: la stampa italiana è capace di gridare al bavaglio se qualcuno propone di vietare ( o almeno sconsigliare) il linciaggio di imputati innocenti (grida compatta: è nostro diritto linciarli, e se ce lo impedite ci imbavagliate!) ma poi con molto piacere il bavaglio se lo mette da sola se si tratta di tacere su complessi problemi sociali. E questa sarebbe la stampa libera? E questa sarebbe la libertà di stampa? A me pare una mezza schifezza.