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Strage di migranti nello Jonio, l’auto-bavaglio della stampa italiana: razzista e libera solo di linciare

Strage di migranti nello Jonio, l’auto-bavaglio della stampa italiana: razzista e libera solo di linciare

Con l’articolo di un ammiraglio – molto bello, molto informato – torniamo sulla tragedia di pochi giorni fa, che è costata la vita probabilmente a 64 persone delle quali 26 erano bambini. Purtroppo lo facciamo in solitudine. I grandi giornali (ad eccezione, forse, della “Stampa”) non sono rimasti particolarmente colpiti dalla notizia. I cadaveri di quei bambini non sono arrivati sulla spiaggia e così ci siamo potuti risparmiare anche la commozione. Solo un piccolo episodio di cronaca.

Provo a immaginare come si sarebbero comportati i giornali di fronte a una strage nella quale avessero perso la vita 64 persone italiane e più di 20 bambini. Anche, magari, per ragioni accidentali. Voi pensate che i giornali non gli avrebbero dedicato l’intera prima pagina, con titoli cubitali, con parole struggenti, con il parere di decine di intellettuali e politici? E non lo avrebbero fatto per molti giorni di seguito? Qui invece non parliamo di strage accidentale. No: ci sono dei responsabili. Sappiamo chi. I ministri che hanno scritto e i parlamentari che hanno votato le leggi spazza-naufraghi volute da questo governo, in assenza delle quali, probabilmente, i sessantasei naufraghi sarebbero stati salvati dalle navi di soccorso delle Ong. Non è successo perché il governo ha colpito le Ong. Le ha dimezzate. E le Ong già erano state fortemente indebolite dai precedenti governi di centrosinistra.

Ma allora perché questo silenzio agghiacciante, anche dei giornali spesso critici col governo? Perché le vittime erano straniere e venivano dal Sud del mondo. Dall’Africa, o da poveri paesi asiatici.
Che riflessione ci ispira questa constatazione? Due riflessioni. La prima è che la stampa italiana è fortemente contagiata dal razzismo. Distinguere le vittime europee da quelle africane, i bambini bianchi da quelli neri, è razzismo puro. La seconda riflessione è altrettanto triste: la stampa italiana è capace di gridare al bavaglio se qualcuno propone di vietare ( o almeno sconsigliare) il linciaggio di imputati innocenti (grida compatta: è nostro diritto linciarli, e se ce lo impedite ci imbavagliate!) ma poi con molto piacere il bavaglio se lo mette da sola se si tratta di tacere su complessi problemi sociali. E questa sarebbe la stampa libera? E questa sarebbe la libertà di stampa? A me pare una mezza schifezza.