I 70 anni della rocker

Auguri Gianna Nannini, 70 anni di libertà contro il perbenismo

Con la forza della sua musica Nannini ha spaccato tutto. Facendo sempre quello che voleva. Lottando, come tutti, per trovare un proprio posto nel mondo. Il posto in cui essere se stessa

Spettacoli - di Graziella Balestrieri - 24 Giugno 2024

CONDIVIDI

Auguri Gianna Nannini, 70 anni di libertà contro il perbenismo

“E’ una rivolta? No, sire, è una rivoluzione” (Luigi XVI e Francois de Liancourt, in occasione della presa della Bastiglia)

Settanta in 14 giugno, settant’ anni per Gianna Nannini. Ma voi ci credete? E chi lo avrebbe mai detto? Eppure, anche le star, in questo caso la nostra rock star “invecchiano”. Una splendida settantenne però (come direbbe Nanni Moretti), una carriera straordinaria, per una donna altrettanto straordinaria, che ha fatto della libertà il suo fiocco sul petto. Libera, Gianna Nannini, arriva ai settant’anni da donna e artista libera. Un’artista che ha spaccato tutto, che spacca ancora, che ha spaccato in due le regole, che ha spaccato in due ogni forma di perbenismo. Spaccare, sì, questo è il termine che useremo per la sua musica, la sua figura.

Gianna Nannini è una che spacca, che ha spaccato sempre tutto, che ha usato il suo attrezzo tagliente, la sua musica, il suo modo di esprimersi per arrivare a squarciare quegli strati di ipocrisia che in un modo o nell’altro sono sempre appartenuti alla nostra cultura. Lei no, Gianna ha fatto e detto sempre quello che ha voluto, è andata avanti per la sua strada, ha lottato, ha cercato in ogni modo di definire per prima la sua personalità nel mondo, di trovare, alla fine come ognuno di noi, un posto nel mondo, dove stare bene, un posto nel mondo dove sentirsi liberi. La musica per lei è stato ed è questo: essere un’artista ma soprattutto una donna libera.

E allora la storia di questa artista senza peli sulla lingua e con il rock in mano, parte da Siena, da quella famiglia, dove il padre è Danilo Nannini, industriale dolciario, che non poco mette, diciamo così, i bastoni tra le ruote nella carriera della giovane Gianna, come ben si è potuto vedere nel biopic Sei nell’anima. I contrasti con il padre certo, ma Gianna non ha paura di andare incontro al mondo, Gianna ha fiducia in sé stessa, crede nella sua musica e in quello che la musica potrà donare a lei e a chi la seguirà. Studia pianoforte, studia al conservatorio, ma nel frattempo inizia a lavorare nella pasticceria di famiglia ed è lì che un macchinario le procura il distacco di due falangi della mano sinistra. Ma non è questo incidente che ferma la sua voglia di andare avanti. Gianna parte per Roma e Milano, vuol fare ascoltare la sua musica, passa anche per l’Ariston, dove cercano di trasformarla in una “signorina per bene” ma non ci riescono, perché la Nannini sa quello che vuole, sa come vuole essere, anche esteticamente, lei non ha bisogno di fiocchi e coriandoli per stare sul palco.

L’incontro decisivo sarà quello con Mara Maionchi, (produttrice e discografica) che capisce la natura Gianna e non cerca di imbrigliarla in gabbie di banalità. È del 1976, il suo primo album, Gianna Nannini, album che già conteneva canzoni di un certo spessore, politico e sociale, e che già lasciava intravedere la scrittura energica ma allo stesso tempo raffinata e coinvolgente, capace di parlare di quel mondo femminile e femminista come nel brano “Morta per autoprocurato aborto”. Potreste dire qualunque cosa su Gianna Nannini ma non che non abbia mai lottato e continui a lottare per la libertà delle donne, da un punto di vista di una donna, dal suo punto di vista, di una che con molta probabilità forse, anzi sicuramente le cose le ha vissute, su sé stessa, su chi le stava accanto. Quello che Gianna canta è testimonianza di un mondo che a tanti sembra sempre lontano, ma che in realtà ci coinvolge nel profondo e nella vita di tutti i giorni.

Il 1979 è la svolta, l’album America, inizia a farla conoscere al grande pubblico, e poi due anni dopo, nel 1981 con la partecipazione al Festivalbar, dove arriva seconda. Nel 1984, esce l’album Puzzle, che contiene il brano Fotoromanza, che diventerà una delle canzoni italiane più famose, più cantate, più canticchiate, ancora oggi. Pensate, e in molti oggi forse lo hanno dimenticato, che la regia del video di Fotoromanza era di Michelangelo Antonioni. L’album arriva in Germania, Svizzera, Austria e il successo di Gianna Nannini da questo momento in poi è destinato a non fermarsi più. La sua carriera è una corsa continua, tra progetti personali, progetti pubblici, iniziative, tour, la Nannini diventa ufficialmente la prima vera rock star donna, tutta al femminile, con mille sfaccettature, ma carica di una libertà presa a morsi, di quella voglia di riprendersi il mondo, con l’energia e la rabbia costruttive mai distruttive.

Una delle particolarità di Gianna Nannini, è il suo legame profondo con la tradizione italiana, con la musica che ha dato davvero i primi segnali di grandezza nel mondo, a partire dall’amore e l’ammirazione per Domenico Modugno e per il suo amore spassionato nei confronti di Massimo Ranieri. Eccolo il mondo di Gianna Nannini, fatto di giacche di pelle, di ribellione, di sentimenti estremi ma sempre veri, mantenuti a galla da una tradizione musicale che lei non ha mai rifiutato ma che anzi ha portato in giro e riproposto nei suoi album di cover. E con lei molte canzoni sono riemerse, tornate nuove, tornate attuali, anche perché la vera unicità di Gianna è nella sua voce, il suo stile è la sua voce. Il suo timbro vocale sporco, graffiato, quell’urlo sempre preciso la rendono unica, da sempre. Poi nel 2006 arriva Sei nell’anima, brano presente nel film Manuale D’amore 2 di Giovanni Veronesi: un brano di una bellezza talmente disperata, come la bellezza disperata di quando si ride nel pianto, di quando è il momento di lasciarsi sapendo che è proprio in quel momento che ci ritrova sempre.

Successi dopo successi, tour, album, collaborazioni. Gianna Nannini è amata in maniera profondissima, un po’ come Vasco, perché entrambi hanno saputo rilasciare e donare nelle loro canzoni, anche nelle loro vite private, fatte di cadute, risalite, hanno saputo donare amore e verità. Verità dai marciapiedi, verità delle persone che soffrono, verità e anche un senso di giustizia sociale, ecco la Nannini non ha mai abbandonato o tralasciato i deboli, si è sempre spesa e ancora si spende per gli altri. Meravigliosa creatura, Fotoromanza, Bello e impossibile, I maschi, Ragazzo dell’Europa, e poi Un’Estate italiana insieme a Edoardo Bennato: un inno per noi italiani nel pallone. Festeggia con un progetto multimediale che parte dal biopic Sei nell’anima (su Netflix), un album, una versione aggiornata della sua autobiografia, e poi un nuovo tour. Settant’anni di una meravigliosa creatura…rock!

24 Giugno 2024

Condividi l'articolo