I risultati delle comunali

Elezioni comunali: per la destra è Caporetto, dilaga il Pd di Elly Schlein

Conquistati tutti e sei i capoluoghi di Regione. Il centrosinistra vince a Firenze, Bari e Perugia. A Giorgia resta solo l’ex missina di lusso Poli Bortone

Editoriali - di Piero Sansonetti

25 Giugno 2024 alle 07:00 - Ultimo agg. 25 Giugno 2024 alle 10:07

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Elezioni comunali: per la destra è Caporetto, dilaga il Pd di Elly Schlein

Una batosta così netta non si vedeva da diverso tempo. A questa tornata elettorale erano in gioco i sindaci di 7 capoluoghi di Regione su 20. Un pacchetto importante. La destra l’ha spuntata solo a Pescara (al primo turno). Tutto il resto (e cioè Cagliari al primo turno e poi Firenze, Bari, Perugia, Potenza e Campobasso) sono stati conquistati dai Dem in alleanza con la sinistra e in qualche caso con l’appoggio dei 5 Stelle. Sei a uno è praticamente cappotto. Il risultato elettorale è chiarissimo e non lascia spazio a tante discussioni. È indubbio che la leader del centrodestra Giorgia Meloni stia riscuotendo nel paese ancora un certo successo personale. Ma è altrettanto indubbio che la sua coalizione di centrodestra, che fino a qualche mese fa sembrava “una macchina da guerra” (in tutti i sensi) ora comincia a mostrare ferite molto profonde. E va sott’acqua.

I risultati in alcune città importanti come Firenze e Bari, che sono appunto le due città più grandi e popolose tra quelle andate al voto, sono impressionanti. Il Pd e i suoi alleati raccolgono più del 60 per cento a Firenze e più del 70 a Bari. Risultati bulgari. Tutti e due peraltro figli di situazioni politiche complicate. A Firenze c’era stata maretta nel partito per la scelta della candidata Sara Funaro, e scontri con Renzi che è ancora una personalità politica molto influente in città. Alla fine Funaro ha stravinto e ha dedicato la vittoria a suo nonno, Piero Bargellini, intellettuale di grande livello e sindaco di Firenze negli anni ‘60 e nei giorni dell’alluvione e degli “angeli del fango”. A Bari lo scontro era stato tra il Pd e i 5 stelle che cavalcando la campagna della destra e di un po’ di magistrati contro Decaro (sindaco uscente) ed Emiliano (presidente della Regione) avevano contestato il candidato del Pd e presentato un competitor.

Con scarsi risultati: solo la soddisfazione di impedire al candidato del Pd, Vito Leccese, di essere eletto al primo turno per qualche centinaio di voti. Leccese però ieri ha travolto l’antagonista di destra al ballottaggio, così come Decaro era risultato il secondo candidato più votato alle elezioni europee a una incollatura dalla Meloni. Diciamo che il Pd, a Bari, ha travolto la magistratura, i grandi giornali, la destra e anche i 5 Stelle. Nelle città non capoluogo di Regione il centrodestra è andato un po’ meglio. Vincendo qua e là in alcune città. La più importante è sicuramente Lecce, dove Adriana Poli Bortone è tornata prima cittadina dopo più di 15 anni. La Poli Bortone, che viene dal Msi di Almirante, era stata sindaca dal ‘97 al 2007, con ottimi risultati, e ora torna in scena. Possiamo dire che dalle elezioni in Sardegna in poi il clima politico nel paese è un po’ cambiato.

La destra è ancora piuttosto solida, secondo i sondaggi, ma a sinistra si sta assestando una situazione nuova nella quale il Pd ha preso decisamente la guida dell’opposizione e mostra di avere una forza molto più grande del previsto. Accanto al Pd c’è una forza nuova e notevole che è quella di Avs, cioè della Sinistra e dei Verdi. I Cinque Stelle sembrano invece correre in discesa, mentre resta aperto il dilemma dei gruppi di centro, e cioè Renzi e Calenda, incerti tra Meloni e Schlein. I radicali fanno storia a sé, con le proprie battaglie e la loro area di consenso non grande ma stabile e ormai decisamente piantata nel campo della sinistra. Le prossime elezioni importanti saranno le regionali del 2025. Nell’attesa si aprono grandi battaglie dall’esito incerto. Tre soprattutto: premierato, autonomia regionale, e salari. Della battaglia sui salari fa parte il referendum per l’abrogazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

25 Giugno 2024

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