Ha confessato
Omicidio di Fano, per i coniugi uccisi in casa fermato il figlio: “Non volevano darmi più soldi”
Dopo un interrogatorio fiume durato 16 ore, Luca Ricci è crollato confessando l’omicidio dei genitori. Il 50enne operaio di Fano (provincia di Pesaro-Urbino) ha ammesso le proprie responsabilità nel delitto di Giuseppe Ricci e Luisa Marconi, i suoi genitori di 75 e 70 anni, che vivevano nella stessa palazzina al piano sottostante.
Sottoposto a fermo nella notte, Ricci è stato portato nel carcere di Villa: dovrà rispondere di duplice omicidio aggravato dalla crudeltà e dal rapporto di parentela.
I debiti dietro l’omicidio di Fano
Ricci, separato e con due figli, aveva problemi economici. Proprio i debiti sarebbero il movente dell’omicidio: Giuseppe Ricci e Luisa Marconi avevano garantito vendendo la loro casa all’asta per 60mila euro. Le due vittime proprio nella giornata di luendì avrebbe dovuto consegnare la loro casa di 75 metri quadrati, andata all’asta nel settembre scorso e venduta a un idraulico.
È questo il contesto in cui avviene il duplice delitto, come confermato dallo stesso Ricci nell’interrogatorio davanti alla procuratrice Maria Letizia Fucci.
L’omicidio di via Fanella
Tutto sarebbe iniziato intorno alle due di notte tra domenica e lunedì: Luca Ricci, come riferisce l’Agi, scende nell’appartamento dei genitori e si avvicina alla mamma, in cucina, con la quale ha però una discussione per soldi.
“Ne avevo bisogno, mi ha detto basta“. Una risposta che spinge il figlio a ucciderla, strangolandola con un cordino. Poi va nella camera da letto con un martello, “arma” che i vigili del fuoco hanno ritrovato in un pozzo nel giardino retrostante l’abitazione durante i rilievi: Ricci uccide il padre, che tenta anche di difendersi, colpendolo ripetutamente alla testa.
Quindi l’operaio torna a casa sua al piano di sopra, dove c’è anche il figlio 18enne che dorme e non si accorge di nulla. Alle 7:30 sarà lo stesso Luca Ricci a chiamare i soccorsi: nega sin dal primo momento qualsiasi coinvolgimento nel delitto, salvo poi crollare dopo il lungo interrogatorio.